Michele Perini resta presidente di Fiera Milano spa. L’attuale direttore generale Enrico Pazzali diventa amministratore delegato al posto di Claudio Artusi e rimane vicepresidente Carlo Sangalli mentre Attilio Fontana, sindaco di Varese, diventa vicepresidente vicario.
Ecco i nuovi vertici dell’ente fieristico decisi dal consiglio generale della Fondazione Fiera Milano (controlla il 62 per cento della spa), che ha pure individuato i membri del nuovo consiglio d’amministrazione: oltre a Perini, Pazzali, Sangalli e Fontana ne fanno parte Renato Borghi, Giampiero Ornati, Roberto Baitieri, Romeo Robiglio e Fiorenzo Dalu. Dall’attuale consiglio escono dunque oltre Artusi anche Giovanni Deodato, Francesco Milone e Fabrizio Viola.
Nove cognomi che rappresentano il nuovo equilibrio della spa che gestisce l’attività fieristica al Portello e a Rho-Pero e che sono affatto un colpo di scena bensì il frutto di una decisione condivisa passo passo sino all’ultimo tra Silvio Berlusconi e Roberto Formigoni. Il presidente del Consiglio e il governatore della Lombardia hanno spesso e volentieri affrontato sia di persona che per telefono gli scenari passati e futuri della partita della spa rimarcando soprattutto la necessità di una scelta forte, qualificata e di continuità. Tra i faccia a faccia sia quello a bordo del Freccia Rossa per il viaggio inaugurale - dove Gianni Letta propose Umberto Paolucci, manager Microsoft - sia quello avvenuto al congresso Pdl alla Fiera di Roma. Appuntamenti istituzionali e non, occasioni per mettere in condizione la Fiera spa con alle spalle un esercizio 2008 chiuso con ricavi pari a 306,5 milioni di euro e un utile netto di 4,1 milioni contro i meno 15,1 milioni del 2007.
Insomma, tappe di un grande risiko dove sulla riconferma di Perini, insieme al premier e al presidente della Regione Lombardia, ha avuto peso anche il favore, il sostegno degli imprenditori lombardi. Ma, attenzione, anche sul nome di Pazzali dato in quota ad An come su quelli di Ornati e Baitieri in area Fi è stato determinante la disponibilità di Regione Lombardia verso manager considerati vicini al Pirellone.
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