Benvenuta, Sindaco Letizia!
Come al solito, dicevi la verità quando, accettando la candidatura, hai mormorato un po' emozionata, dal salone del Palazzo Mezzanotte: «Ora ascolto il tuo cuore, Milano». L'hai ascoltato con attenzione, con umiltà, dignità, durante lunghi mesi di altrui fanfaronate, l'hai capito. Del resto non hai fatto fatica, perché quel cuore è anche il tuo, della tua storia. Il cuore di tuo padre, medaglia d'argento e partigiano di una delle formazioni più coraggiose, quella Brigata Franchi, di Edgardo Sogno (poi incarcerato da Violante), cui si deve, tra l'altro, la rocambolesca liberazione di Ferruccio Parri. Il cuore di tua madre Paola, che ha partecipato da vicino ai fermenti del liberalismo lombardo, in pieno fascismo. La tua campagna, lo si è visto il 25 aprile ed il 1° maggio, è stata anche il confronto tra la Milano del cuore, quella cui è legata la sua forza, la sua storia, la sua letteratura, ed i suoi successi produttivi e creativi, e quella senza cuore. Quella dell'astio, dell'odio di classe, di Ferrante che ti proibiva il corteo del primo maggio in quanto «padrona» (e tu, brava, a rispondergli: «Per la verità lavoro da quando ho 18 anni»), e quella degli antifascisti nati 30 anni dopo la Liberazione, buoni a buttar fuori tuo papà, che è stato a Dachau. La Milano della frustrazione e dell'impotenza di chi non ha accettato le sfide della storia, del lavoro, e dei nuovi saperi, e propone, a Milano come in Italia, di scivolare fuori dal tempo, coprendo con l'invidia per il successo verso chi sa affermarsi la frustrazione di essere ormai fuori dalla propria epoca. Ora, la Milano del cuore, e della testa, ti ha eletto suo sindaco, grata per la tua tenacia, il tuo non risparmiarti mai, il tuo parlar di fatti e non di slogan. Grata anche per il tuo sorriso, il tuo lasciarti toccare dalle emozioni, i tuoi occhi attenti, e a tratti splendenti. Adesso, cara sindaco Letizia, questa città è piena di speranze. La prima è che tu faccia cessare l'indecente piagnisteo sulla «Milano che muore». Naturalmente, come altri piagnistei di chi non avendo programmi propone lamenti, non ha nessun fondamento reale. Mai come in questi anni, col sindaco Gabriele Albertini, Milano è diventata un gigantesco laboratorio globale di avveniristiche realizzazioni architettoniche, nuove iniziative imprenditoriali e commerciali (basta pensare alla vitalità della Fiera), di rinnovamento artistico (Scala e Arcimboldi); ma soprattutto di nuove produzioni industriali e culturali. Con moda e design Milano è diventata la capitale della bellezza per tutto il mondo, e questo fabbricare bellezza, come una volta si fabbricava acciaio, ha già reso attraente la città, ed interessante anche il viverci. Una capitale di creatività globale però, ha bisogno anche di un sindaco che ne sia ambasciatore nel mondo, oltre che attento regista. Proprio tu, con la tua presenza nazionale e internazionale, col tuo vedere in grande (come ogni bravo imprenditore deve saper fare), col tuo conoscere davvero le tante lingue in cui sei cresciuta, accanto all'italiano e al milanese, potrai essere quell'ambasciatore della Milano vivente, sapiente, ed in crescita nel mondo, di cui la città ha bisogno, a questo punto del suo sviluppo. A smentita dei piangenti che confondono la morte delle loro ideologie ormai trapassate, con la morte di Milano.
Certo, questa grande vitalità e spinta fa di Milano anche una città dura, difficile. Ed una città davvero grande non è mai spietata. Chi, non per sua colpa o per autocontemplazione narcisistica, non ce la fa, va aiutato. So che non ami che si dica cosa hai fatto per gli altri, e quindi non lo farò. Ma le immagini della cura, senza risparmio personale, che tu hai avuto per quella straordinaria realtà che anche grazie e te e a tuo marito è diventata San Patrignano, sono ben ferme nella mia mente, come in quella delle migliaia di persone che, a diverso titolo, l'hanno conosciuta. Letizia sindaco, saprà certamente prendersi cura degli sfortunati di questa città.
Nei successi e nelle difficoltà, Milano si aspetta che tu le faccia ritrovare la sua fierezza. Una virtù che conosci perfettamente. Benvenuta sindaco Letizia.
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