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«Per la Fifa esiste ancora il delitto d’onore»

La «Frankfurter Zeitung»: «La Fifa striscia davanti a Sua Maestà del calcio francese»

Jacopo Casoni

Marco Materazzi, da ieri, non è più solo un calciatore. La sentenza della Fifa, che lo ha condannato a due turni di squalifica per aver provocato con una frase offensiva la testata di Zinedine Zidane a dieci minuti dal termine della finalissima mondiale di Berlino, e il coro di dissenso da parte del mondo sportivo e di quello politico l’hanno trasformato in un simbolo. Il simbolo dell’Italia vessata, mal sopportata e per nulla rispettata a livello internazionale, almeno per quanto concerne lo sport. Il simbolo dell’Italia che, nonostante i mugugni e le invidie altrui, vince.
Ma Marco Materazzi è innanzitutto un calciatore, per l’appunto. E dal suo mondo continuano ad arrivare reazioni di vario stampo e bandiera. Innanzitutto, la Fifa ha difeso il proprio operato, dichiarando tramite il suo portavoce, Andreas Herren, che «l’articolo 54 del regolamento disciplinare prevede almeno due giornate di squalifica». Non specifica però quante ne prevede una testata. Al fianco di Blatter, ovviamente, si schiera la federcalcio francese. «Punendo Materazzi – dice il presidente della Fff, Jean-Pierre Escalettes –, la Fifa ha dato un esempio anche se Zidane è colpevole; e noi lo seguiremo».
Walter Samuel, compagno di squadra e di reparto del difensore azzurro, critica la scelta del massimo organo di governo del calcio mondiale e sottolinea le ripercussioni che, a livello di giustizia sportiva, potrebbe avere la decisione di giovedì. «Con la squalifica di Materazzi – attacca l’interista – si è creato un precedente: ora sappiamo che certe cose non resteranno più, come sarebbe giusto, solo sul campo e potranno verificarsi dei casi in cui sarà la parola di uno contro quella di un altro. In questo modo, sarà più difficile stabilire gradi di responsabilità ed emettere giudizi».
Di Materazzi ha una conoscenza piuttosto superficiale, ma sa perfettamente com’è fatto Zidane. Così, Didier Deschamps, neo allenatore della Juventus, dipinge un preciso ritratto del suo ex compagno di nazionale. «Zizou è sempre stato così, nel bene e nel male. Se viene colpito da un certo tipo di provocazioni, non si ferma». Poi, incalzato dai cronisti, dice la sua sulle conseguenze di una decisione inedita, che farà giurisprudenza. «L’unica cosa che posso affermare – commenta – è che mi sembra evidente il messaggio lanciato dalla Fifa e la nuova strada scelta: punire anche i provocatori».
Ma, ancor più che dal suo mondo, Materazzi riceve sostegno, solidarietà e tutela dai corridoi e dalle stanze della politica italiana e dalla stampa, anche internazionale. Un gruppo di parlamentari dei Verdi annuncia addirittura un’interrogazione parlamentare sul caso. L’onorevole Tommaso Pellegrino, primo firmatario, trova un’immagine molto particolare per spiegare la propria indignazione. «C’è un’evidente sproporzione tra la pena comminata a Zidane e quella decisa per Materazzi – dice –. La Fifa ha creato un precedente pericolosissimo: è come se in Italia riammettessimo il delitto d’onore».
Curiosamente, le parole più pacate sono quelle della figura istituzionale che dovrebbe tutelare maggiormente lo sport italiano. Il ministro Melandri si adegua alle dichiarazioni colpevolmente blande di Guido Rossi e conferma il pieno rispetto per la sentenza della Fifa, limitandosi a sottolineare «un atteggiamento discriminatorio», peraltro piuttosto evidente a tutti. «Il faro di questo governo – sostiene il ministro per lo Sport – è il rispetto dell’autonomia degli organismi sportivi. Ma capisco che, chi ha visto la finale mondiale e la sentenza di Materazzi, pensi che ci sia un atteggiamento discriminatorio nei confronti dell’Italia».
Persino l’inchiostro tradizionalmente patriottico de L’Equipe non risparmia una frecciata alla Fifa. «Hanno posto la barra molto in alto – si legge sul quotidiano francese – e ora dovranno mostrarsi capaci di mantenere le loro promesse. La giustizia della Fifa dovrà avere lo stesso tenore quando, ad esempio, un cipriota provocherà un lettone. Inoltre, si è legata pericolosamente la provocazione alla reazione del provocato». Fuori dai confini della patria di Zizou, i titoli, invece, ricalcano quelli di casa nostra. «Questa sentenza è uno scandalo», tuona tra il tedesco Frankfurter Zeitung, che prosegue accusando la Fifa di «strisciare davanti a Sua Maestà del calcio francese». Inoltre, secondo il quotidiano, il linguaggio volgare fa parte dello sport; «basti guardare Mohammed Alì o John McEnroe».

Anche i tedeschi, così rancorosi nei confronti degli italiani, giustizieri dei loro sogni mondiali, si schierano dalla nostra parte: dev’essere proprio difficile darci torto, questa volta.

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