Cronaca locale

«A Figino telecamere contro lo spaccio»

La Commissione sicurezza raccoglie le proteste: «Stop al degrado, servono luci e marciapiedi»

Quartiere Figino, ultimo lembo di Milano nel quadrante nord-ovest. Cascine di campagna, giardini e giochi per i bambini. Un’oasi felice se non fosse per il continuo via vai di pusher e prostitute. I residenti lamentano molestie e intimidazioni. E chiedono più attenzione per i problemi di viabilità, legati alla mancanza di marciapiedi e illuminazione. L'appello è stato raccolto dalla commissione Sicurezza del Comune che ieri ha chiamato a raccolta tecnici, vigili e comuni cittadini. Dall’incontro sono nate soluzioni concrete. «Le opere più urgenti riguardano la realizzazione di marciapiedi, la riasfaltatura di due strade e l’illuminazione - spiega il presidente della commissione, Matteo Salvini -. Inoltre, abbiamo deciso di installare due telecamere per controllare la circolazione». Ma anche lo spaccio.
In un primo momento si era ipotizzato di chiudere l’intero quartiere al transito dei non residenti ogni notte, dalle 22 alle 6 del mattino. La proposta è stata bocciata. «Gli abitanti non sono d’accordo - dice Ostelio Poletto, uno dei fondatori del comitato di quartiere -, vietare il passaggio delle macchine significherebbe tagliarci fuori dal resto della città. Abbiamo scelto di privilegiare la sicurezza. Sarebbe assurdo pretendere che un ragazzo, di sera, sia costretto a percorrere un chilometro a piedi per tornare a casa».
Il sopralluogo ha riguardato le fermate della linea 72 dell’Atm, sprovviste di marciapiedi, la zona di via Ponte del Giustano, che è solo parzialmente asfaltata, l'impianto di depurazione dismesso di via Silla, diventato ricettacolo di droga e prostituzione. E infine, sempre in via Silla, un complesso di cemento di proprietà demaniale, destinato al comando della Protezione civile, ma ormai abbandonato. «Dopo le opportune valutazioni decideremo come intervenire», prosegue Salvini. L’edificio potrebbe essere abbattuto. I residenti si dicono soddisfatti. «Sono da trent’anni nel comitato di quartiere - conclude Poletto -, di incontri ne ho visti tanti.

Mi auguro che questa volta alle parole seguano i fatti».

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