«Figli indifesi di fronte ai cacciatori di Lolite»

Mail insistenti, paroline dolci, ammiccamenti vari. Insomma, i quarantenni on line ci provano con le ragazzine. È una forma di solitudine o si può addirittura parlare di pedofilia? Lo chiediamo ad Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio dei minori.
«Sono forme di lolitismo morboso, l'anticamera della pedofilia». Su Internet è tutto più facile?

«Ci si sente più legittimati e si considerano normali certi atteggiamenti deviati e, alla lunga, pericolosi».

In effetti trent’anni di differenza sono un po’ tanti.

«Direi. La ragazzina di 14 anni rappresenta qualcosa di molto trasgressivo per un uomo di 40».

Come si comporta l’uomo che abborda on line?

«Spesso nello scambio di mail fa il “fratellone”, oppure punta alla conquista facile. Di solito con molta cautela. Sa benissimo che sta facendo una cosa che non va fatta».

Ma 40 anni non sono pochi per parlare di pedofilia?

«Non per forza un pedofilo deve avere 60 anni e molestare un bambino di dieci. La soglia di età si sta molto abbassando».

È anche vero che le ragazzine di 14 anni sono sempre più smaliziate.

«Vogliono fare le veline e vanno in giro con l’ombelico di fuori. Ma sono sempre bambine. Ricevono solo più stimoli».



E i quarantenni vanno a pescare proprio i loro annunci, scartando quelli provocanti di ragazze di 30 anni in cerca di avventure mordi e fuggi.

«Certo, una quattordicenne rappresenta quella che loro chiamano “carne fresca”».

Insomma, il passo è breve tra lolitismo e pedofilia?

«Sì. La curiosità diventa vizio e il vizio diventa devianza».

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