«Figlia di clandestino e leghista, così mi batto per l’integrazione»

RomaEdlira sorride davanti al manifesto di Umberto Bossi. Ancora non l’ha incontrato, il Senatùr: «Non ho mai avuto il piacere di conoscerlo». In fondo lavora per la Lega soltanto da tre mesi. Edlira Mamutaj, albanese, figlia di un ex clandestino. È lei la voce del Carroccio in Toscana, una dei due responsabili dell’ufficio stampa. Ventitré anni, capelli lunghi e neri, occhi carbone sfiorati dalla frangetta: Edlira rovescia tutti i pregiudizi, scardina i luoghi comuni, sgretola le facili certezze sulla Lega chiusa, xenofoba, razzista.
Edlira, ci racconti la tua storia?
«Prima di tutto voglio dire che non c’è da stupirsi, non vi stupite».
Va bene, nessuno stupore, ma spiegaci perché.
«In Toscana ci sono molti iscritti stranieri. A Pietrasanta candidato è Tahani Alkhouri, giordano. La Lega dà spazio a chi si è integrato, a chi rispetta le leggi».
Dove sei nata?
«A Valona».
A quanti anni sei arrivata in Italia?
«Avevo quattordici anni, sono venuta con il ricongiungimento familiare, chiesto da mio padre».
Che era entrato una prima volta da clandestino, giusto?
«Sì, ma poi era tornato in Albania. Era il ’96, altri tempi. Non voglio raccontare la storia di mio padre... ».
Ma è una storia a lieto fine.
«Sì. Lui tornò in Italia, riuscì a regolarizzarsi, e nel 2000 chiese il ricongiungimento».
La tua famiglia è contenta della tua scelta?
«Sì, molto, mi appoggiano. Chi è clandestino non solo lede gli italiani, ma anche gli immigrati regolari, e quindi loro la pensano come me».
E come la Lega.
«Sì».
Cosa ti piace di Bossi?
«Che è un uomo diretto, non usa giri di parole».
Come sei arrivata a lavorare all’ufficio stampa?
«Con il mio fidanzato, che è militante. Tramite lui ho conosciuto la Lega, ho capito che è un partito diverso da quello che si legge sui giornali».
E come ti hanno accolta?
«Molto bene, ma io del resto non avevo pregiudizi».
A scuola non hai mai avuto problemi per le tue origini?
«No, e poi l’italiano lo sapevo già. L’interesse per la politica è arrivato con l’università. Vorrei fare la giornalista, per raccontare la politica com’è veramente».
Com’è veramente la Lega?
«Fino a poco tempo fa, qui in Toscana, non la conoscevano, anche se è arrivata nell’85... Ora tanta gente sta capendo che non è razzista, parla del rispetto le leggi, dell’integrazione, lavora per i cittadini».
Cos’è per te l’integrazione?
«Se uno straniero viene qui in Italia, prima di tutto deve conoscere la lingua. Se non conosce l’italiano, è ovvio che è portato a delinquere. Allora rimanga al suo Paese, parli la sua lingua e lavori a casa sua».
Pensi di candidarti, un giorno?
«Noooo. Io sono timida. Però collaboro con la Padania. Voglio cercare le notizie. Studio Scienze politiche, con una tesi in giornalismo. Televisione italiana e televisione albanese a confronto».
Come la vedono l’Italia, in Albania?
«Quella che è, senza creare miti. Prima c’era una visione molto idilliaca».
Cosa pensi della comunità straniera in Toscana?
«C’è il grande problema dell'immigrazione clandestina, causata anche dal falso buonismo della sinistra: venite tutti, accoglienza per tutti. La Lega dice: accoglienza sì, ma nella legalità».
È vero che la Lega fa assistenza legale gli extracomunitari?
«Sì, a Massa c’è un centro con avvocati che spiegano le leggi, gratuitamente».
Che risultato vi aspettate?
«I sondaggi dicono 7-8 per cento.

Vogliamo ripetere il successo di Prato: lì adesso si respira un’altra aria, si ha finalmente la sensazione di più sicurezza. Tutti i giorni con i banchi in mezzo ai cittadini. La Lega sta svolgendo quello che la sinistra per anni non ha fatto».

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