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Il figlio del regista Stone si converte all’islam in Iran

Teheran Sean Stone, 27 anni, figlio del regista Oliver Stone, si è convertito oggi all’Islam sciita in una moschea di Isfahan, nel centro dell’Iran. Lo ha confermato lui stesso, poche ore dopo la cerimonia nella città persiana. «Non parlerei di conversione, quanto piuttosto di un’accettazione del messaggio e della saggezza del Profeta Maometto. Ora mi considero al tempo stesso un ebreo, quale era mio nonno, un cristiano e un musulmano».
Un fedele dunque delle tre religioni abramitiche «unificate dallo stesso Dio», ha precisato Stone junior, in una sorta di «trinità delle religioni». Il fatto che questo genere di commistioni porti normalmente a conseguenze molto pericolose per i comuni cittadini iraniani non sembra aver spinto ad alcuna riflessione il rampollo del celebre regista americano, che ha fatto sapere che da ora in poi si chiamerà Sean Ali Stone. Secondo lui non vi è alcuna contraddizione tra cristianesimo e Islam, per esempio nel fatto che Dio si è fatto uomo pur mantenendo la sua natura divina. Per lui, spiega, Gesù è come un fratello, che porta la parola di Dio.

La conversione inoltre non fa venir meno la sua attenzione alla pratica della meditazione e dello yoga, intesa quest’ultima come disciplina fisica tratta dalla grande tradizione orientale Ad assistere alla cerimonia della conversione, svoltasi davanti a molti religiosi fra cui un Grande Ayatollah, anche Bahram Heidari della Reel Knights Production, con cui Sean - attore e documentarista - sta lavorando a due progetti cinematografici. «È importante fare film che facciano conoscere agli americani lo spirito umanistico dell’Islam » aveva detto nei giorni scorsi Sean in un’intervista.

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