da Milano
«Non si può essere perfetti per tutti i 90 minuti», firmato Mancini a cui ha fatto eco Figo: «Però è stata una partita molto importante perché come Inter abbiamo, al di là dell1-0, dimostrato di saper giocare come una squadra vera, compatta e solida, come se si muovesse un solo uomo». E domenica la trasferta a Torino contro la Juve capolista. Sempre il portoghese: «I bianconeri sono molto forti e sarà un incontro duro, ma certo non decisivo per lo scudetto. Il titolo verrà deciso nelle ultime partite».
Però è chiaro che per unInter che sta scalando la hit-parade del calcio italiano, Torino bianconera è una tappa di assoluto peso. Ha detto Mancini: «Al Delle Alpi sarà dura ma noi andremo a Torino per vincere anche se prima dobbiamo pensare alla Champions e alla stranezza di giocare in casa senza pubblico». E poi il tecnico torna al concetto espresso in partenza: «Lungo larco di 90 minuti qualcosa finisci inevitabilmente per concedere allavversario, non mi sembra una colpa. Piuttosto mi preme sottolineare lunica rete, di nuovo: con i viola a San Siro e a metà settimana a Verona abbiamo creato moltissimo senza segnare in proporzione. È che non siamo cinici, capaci di chiudere lincontro presto. Forse è mancata in certi frangenti un po di freddezza piuttosto che un po meno egoismo, in unoccasione Martins, in unaltra Favalli ma si sta crescendo tanto che ho messo Cruz solo alla fine perché girava così bene che non volevo cambiando ci scappasse lerrore. Figo? Può fare la storia dellInter».
Ed ecco Moratti: «Non ho certo sofferto, ho sofferto più col Chievo, dovremo lavorare per chiudere prima il risultato e lasciare più tranquilli i tifosi». Infine Adriano con un sogno: «Sono felice e lo sono ancora di più quando segno ma tra mercoledì e domenica avrò modo di riuscirci. La Juve è tosta ma anche noi facciamo girare la palla veloce e siamo tosti.
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