La figuraccia del deputato pro baby-cacciatori

Mi pare fosse il 2004 quando, consigliere dell'allora ministro Alemanno per le faccende che riguardavano la caccia, Sergio Berlato, in netto anticipo sul primo aprile, aveva pubblicato sul suo sito web un comunicato trionfante nel quale annunciava che il Consiglio dei ministri aveva finalmente fatto piazza pulita della vecchia e troppo restrittiva legge statale 157 sulla caccia. Il Nostro, auspicava una liberalizzazione pressoché totale dell'attività venatoria con grande gioia per la lobby degli armieri. Tra i fuochi d'artificio sparati dal Berlato c'erano (ricordate?), il fucile in mano ai sedicenni, la fucilazione di specie protette da quell'Unione Europea di cui risulta deputato, l'allungamento oltre ogni limite sensato del periodo di caccia, la depenalizzazione dei reati venatori e l'abolizione di esporre animali vivi o morti o fatti a pezzi in sagre paesane. Naturalmente Alemanno, conscio, come tutti i politici accorti, che chi va a votare nelle urne di solito ci va senza fucile e presenta la tessera elettorale al posto della licenza di caccia, ha pensato bene di lasciare che il vulcanico eurodeputato esaurisse i suoi petardi. Anche perché i sondaggi sulla caccia mostravano già allora una popolazione contraria a tale pratica su livelli vicini all'80% (oggi siamo al 90) e la gente mostra ben altri interessi che sparacchiare a uccelletti migratori del peso di 20 grammi (bagnati).
Ohibò, mi tocca oggi ritornare sulle vicende dell'eurodeputato che, inviperito dalle parole di un ministro del suo stesso partito, ha preso carta e penna e ha scritto al premier Berlusconi una lettera di fuoco, chiedendogli di fermare «le esternazioni» del ministro per il Turismo Michela Vittoria Brambilla, la quale mostra una lingua troppo sciolta.
La lettera nasce per «per stigmatizzare e condannare le esternazioni pubbliche rese dal ministro Brambilla» e per chiedere «un immediato intervento al presidente Berlusconi al fine di indurre il ministro del Turismo ad astenersi da esternazioni riguardanti materie estranee al suo dicastero». In particolare Berlato, e chi ha firmato la sua lettera al Cavaliere, lamenta l'intrusione di campo della Brambilla sulle decisioni riguardanti gli animali usati a fini scientifici, riguardo le quali «c'erano indicazioni chiare del governo, condivise peraltro dalla maggioranza dell'europarlamento». Grande è stata la sorpresa, secondo Berlato, nel costatare che nei giorni immediatamente precedenti il voto, il ministro Brambilla invitava tutti gli europarlamentari ad assumere, nel nome di un malinteso animalismo posizioni difformi.
Quando poi la Brambilla ha «esternato» la sua antica e inveterata contrarietà alla caccia, dicono che a Berlato sia tracimata la bile ed è partita l'invettiva «Stia zitta, onorevole!» di andreottiana memoria.


L'eurodeputato dimentica forse che il ministro del Turismo ha tutti i diritti di assicurare l'incolumità a turisti nazionali e stranieri che si trovano, addirittura nel mese d'agosto, sotto il «fuoco amico», che il ministro Brambilla ha responsabilità riguardanti il made in Italy nel mondo a 360 gradi, che Michela Vittoria Brambilla, assieme a Umberto Veronesi e a decine di personaggi di grande caratura pubblica ha fondato il movimento «La coscienza degli animali» sottoscritto da oltre 100.000 firme (ad oggi) e che, quanto a possibilità di espressione, per fortuna la Cina non è vicina.

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