È vero che Napoli è una delle capitali mondiali dellabusivismo edilizio ma, se è proprio il Comune, cioè chi dovrebbe dare il buon esempio, a porsi al di fuori dalla legalità, questo spiega, anche se in parte, perché la città governata da Rosa Russo Iervolino sia afflitta da mille mali. Lamministrazione di centrosinistra, infatti, aveva lintenzione di dedicare un monumento al primo sindaco comunista nella storia di Napoli, Maurizio Valenzi, morto nei mesi scorsi alla soglia dei cento anni.
Linaugurazione sarebbe dovuta avvenire il prossimo 2 novembre, nel giorno della Festa dei Morti, pare alla presenza, nientemeno, del presidente Napolitano, grande amico dello scomparso. Il progetto di Palazzo San Giacomo, dove risiede la giunta Iervolino, rischia però di saltare: nessun permesso è stato richiesto da parte del Comune, per erigere il monumento nel «quadrato», dove risiedono gli uomini illustri, allinterno del cimitero di Poggioreale. Risultato, nei giorni scorsi i vigili urbani, inviati dal generale Luigi Sementa, hanno sequestrato il cantiere. Stop ai lavori e operai a casa.
Ovviamente il comune si è ben guardato dallandare a raccontare in giro la monumentale figuraccia. È stato un consigliere comunale dellopposizione, Andrea Santoro, presidente della Commissione di vigilanza sui cimiteri, ad accorgersi del cantiere finito sotto sequestro. «In un primo momento ho pensato di trovarmi dinanzi ad uno dei tanti abusi edilizi che vengono commessi nel cimitero napoletano. Poi, mi sono reso conto che labuso era proprio del Comune», racconta Santoro.
Insomma, negligenza o chissà che cosa, lamministrazione di centrosinistra non ha emesso la delibera che le consentisse di poter erigere il monumento a Valenzi (ed anche alla sua consorte Litza) «tantomeno ha depositato al Genio civile il progetto ed i calcoli», spiega il presidente della commissione cimiteri.
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