Cronaca locale

La Filarmonica negli Stati Uniti debutta nel nome di Toscanini

Chailly dirigerà la prima tournée per celebrare i suoi venticinque anni

Per i suoi venticinque anni, l’Orchestra Filarmonica della Scala si regala un viaggio, pur di lavoro. Se ne va in America, in ottobre, per un tour capitanato dal direttore d’orchestra Riccardo Chailly che con questa trasferta salda ulteriormente i legami con il complesso del Piermarini. Tour patrocinato dal ministero dei Beni e delle attività culturali, dal ministero degli Esteri e dal Comune di Milano.
Si parte il 6 da Ann Arbor e poi via per Chicago, Champaign, Toronto, Washington, Philadelphia e New York. La chiusura ufficiale è prevista a un giorno dal Columbus Day, quindi il 13, alla Carnegie Hall, con un gala a favore di Friends of Fai e incluso nel progetto “eccellenze italiane” che fino ad ora ha portato artisti italiani ad esibirsi negli Stati Uniti a favore del Fai.
Al contempo, si sta lavorando a un ulteriore appuntamento (previsto per il 15 ottobre) perorato anche dal sindaco Letizia Moratti che già durante l’incontro di dicembre con il primo cittadino della Grande mela, Bloomberg, prospettò l’idea di un concerto a Ground Zero.
I piani e gli sviluppi del progetto sono presentati ieri al Metropolitan Club di New York alla presenza di Chailly, del direttore artistico della Filarmonica Ernesto Schiavi, del presidente di Friends of Fai Luigi Moscheri e della presidentessa della delegazione di Friends of Fai di New York Ruthann Niosi.
Stampa americana incuriosita da un programma che rispecchia la filosofia toscaniniana, quindi non solo l’Italia operistica (nel tour incarnata da Rossini), ma anche della musica pura (Respighi e Rota) e capace di spingersi Oltralpe con pagine di Wagner, Bartók e Ravel.
Chailly, che il 6 ha chiuso alla Carnegie Hall la tournée dell’Orchestra del Gewandhaus, ha ricordato i suoi legami scaligeri, avviati nel lontano 1978 e culminati con l’Aida dell’ultimo Sant’Ambrogio.
La Scala ha raggiunto l’America con direttori di gran classe, Herbert von Karajan nel 1967, nel 1976 con Claudio Abbado e Georges Prêtre in omaggio ai due secoli dalla nascita degli Stati Uniti, e nel 1992 con Riccardo Muti, ma anche ieri è stato ricordato che dopo la storica tournée toscaniniana del 1920 questo è il più consistente impegno orchestrale di una compagine scaligera.
Perché spettava ad Arturo Toscanini far sbarcare per primo la Scala nel Nuovo Mondo imponendo un giro di concerti in 49 città fra Stati Uniti e Canada (tra cui, New York, Washington, Baltimora, Filadelfia, Washington, Toronto, Detroit e Chicago) per un totale di 59 concerti in 16 settimane.
Al ritorno Toscanini dichiarava alla stampa: «Questo giro artistico ha avuto dei risultati morali che ci hanno veramente commosso. Negli Stati Uniti, nel Canada, siamo stati accolti veramente come ambasciatori dell’arte italiana. L’orchestra della Scala! È un’orchestra quale io mi auguro di aver sempre».

La tournée toscaniniana portava per la prima volta nel mondo un’orchestra italiana.

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