Nessuna notizia da più di due giorni. Si sono interrotti i contatti tra la Croce Rossa Internazionale e i suoi tre rappresentanti, tra cui l'italiano Eugenio Vagni, sequestrati nelle Filippine giovedì scorso. A confermarlo è Richard Gordon, il presidente della Croce Rossa filippina, che ha detto di non aver più ricevuto nessuna telefonata. Tra sabato e lunedì gli ostaggi avevano chiamato sei volte, assicurando di essere in buone condizioni. Gli esperti sostengono che il silenzio non sia preoccupante e che probabilmente i rapitori si stanno spostando per sfuggire a polizia e militari che, secondo il governo di Manila, stanno stringendo il cerchio. Da cinque giorni viene perlustrato l'interno dell'isola di Jolo, dove si ritiene che gli ostaggi siano nelle mani di Abu Sayyaf, il gruppo integralista islamico che compie sequestri a scopo di riscatto. «Se allentiamo la pressione daremo più libertà d'azione ai rapitori», ha detto il generale Alexander Yano, dopo che il gruppo integralista ha chiesto la fine delle operazioni militari.
«Speriamo ancora che i nostri colleghi possano ricongiungersi presto con i propri familiari e amici», ha detto il capo della Croce Rossa in Asia Alain Aeschlimann, aggiungendo che «la nostra maggiore preoccupazione è assicurare la loro incolumità e che siano liberati, senza condizioni, il prima possibile».R.P.
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