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Fill e i suoi fratelli: quanto è pazzo lo sci

Con Peter, vincitore a Lake Louise, ci sono Heel e Innerhofer nel gruppo della velocità azzurra. Vi raccontiamo segreti e curiosità dei nostri uomini jet

Fill e i suoi fratelli: 
quanto è pazzo lo sci

Fill, Heel, Innerhofer. Peter, Werner, Christoph. Ecco il trio meraviglia che vola sulle piste di discesa difendendo il tricolore, i nomi son più tedeschi che italiani, ma non facciamoci ingannare. Finiti i tempi degli altoatesini chiusi e di poche parole, questi sono ragazzi moderni, disinibiti, svegli e italiani, sì, al 100%. Bastava vederli sabato sera festeggiare la prima vittoria di Peter Fill a Lake Louise, basta sentirli parlare una volta per convincersi a fare il tifo per loro, altro che Bode Miller, sempre più scontroso, sempre più divo che non sopporta la popolarità...

Eppure proprio lui, Bode, è un mito, il modello da imitare, almeno per Werner Heel: «C'è poco da fare, tecnicamente è più avanti di tutti». Ma anche i nostri in pista non se la cavano male. Peter Fill è il più esperto del gruppo, anche se non il più vecchio, perché deve compiere ancora 26 anni, mentre Heel li ha fatti a marzo. Peter ama fare la chioccia ai compagni, in ricognizione è sempre lì a spiegare, indicare, consigliare. E Innerhofer, il più giovane con i suoi 23, quasi 24 anni, si beve ogni sua parola. Peter è un buono, Heel un tranquillo, Inner un simpaticone. Diversi nel carattere, diversi nel fisico: Fill è il più basso, tarchiato quasi. Heel è longilineo, ha due gambette fini fini che ti chiedi come facciano a reggerlo quando scende a oltre 130 all'ora su due sci. Inner è il più tosto, alto il giusto e pesante altrettanto. Un bell'atleta, ma l'unico dei tre a non avere ancora vinto. C'è tempo, dice lui, «devo crescere con calma, come hanno fatto loro». Ora sarà più facile. Perché vincendo, i nostri si motivano a vicenda e cominciano a far paura anche agli avversari. Alla vigilia dell'apertura di coppa del mondo, a Sölden, un giornalista austriaco chiese ai direttori agonistici di tutte le squadre di indicare un favorito per la discesa mondiale, in programma a febbraio sulle nevi francesi della Val d'Isère. Ebbene, a fianco dei soliti noti Miller, Walchhofer e Cuche, ecco spuntare a sorpresa, e in più di un pronostico, i nomi di Heel, Fill e Innerhofer. Ce li invidiano, sì.

Ma loro restano tranquilli, sereni, non se la tirano per niente. Sentite Heel: «L'anno scorso a Beaver Creek ho visto per la prima volta Franz Klammer (il discesista più vincente della storia dello sci, ndr). Lui non sapeva manco chi fossi, io gli ho chiesto l'autografo. Ha detto che mi avrebbe seguito». Chissà Kaiser Franz cosa avrà pensato quando Werner ha vinto la discesa di Kvitfjell, lo scorso 29 febbraio, ripetendosi il giorno seguente con un 3° posto. «Alla coppa di specialità non credo sia ancora il caso di pensare, ma fra due o tre anni, perché no?».

Pensa invece alla coppa, e non solo di specialità, Peter Fill, che sabato ha indossato il pettorale rosso di leader della discesa. Da difendere settimana prossima a Beaver Creek: «Dopo una stagione difficile mi sento tutto nuovo. In estate ho lavorato bene, senza esagerare con i carichi, voglio reggere per tutta la stagione e fare tutte le specialità».

Stessi obiettivi per Innerhofer, polivalente nato, uno che non si vergogna a dire che da ragazzino aveva cominciato a odiare lo sci e gli allenamenti, «perché quando in estate vedevo i miei amici divertirsi e godersela mentre io dovevo andare a letto presto perché il giorno dopo andavo a sciare, pensavo che la vita da atleta non facesse per me. Poi però ho passato un'estate lavorando sul serio, da muratore, e lì ho capito che fare l'atleta era un grande privilegio». Gli inizi, per Inner, sono stati duri: «Mi sono rotto ginocchio e femore alla mia prima discesa internazionale, per anni ho dovuto inseguire anche perché fisicamente ero piccolo e magro...». Inner ama lo sci, ma è un fanatico dell'economia, capace di stare ore e ore su Internet a seguire l'andamento dei mercati. «Nei momenti di crisi bisogna puntare sull'oro!» ama dire, e chissà a che oro si riferisce... Forse a quello delle medaglie di Val d'Isère? Lui sulla pista dei Mondiali un anno fa stupì tutti dominando le prove, peccato che poi la gara venne annullata per il maltempo, ma a febbraio la discesa si farà e chissà se per lui sarà davvero un buon investimento...

Per Heel il massimo sarebbe invece vincere a Kitzbuehel, il tempio della discesa: «I miei miti sono Schumacher, Valentino Rossi e Ghedina, ma credo che tutti quelli che hanno il coraggio di buttarsi in discesa siano dei miti, quindi mi ci metto anch'io». Con Fill e Inner, naturalmente.

Trio inseparabile.

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