Fill, un supergigante tra le due leggende

L’azzurro sul podio a Hinterstoder tra Miller e Maier in una delle gare più spettacolari della stagione. «Ora voglio punti anche in gigante»

Arriverà prima o poi il giorno in cui Peter Fill vincerà una gara di coppa del mondo, ma la foto del podio del superG di ieri dovrà incorniciarla e appendersela in salotto perché di sicuro a fine carriera resterà uno dei suoi ricordi più belli. Lui, il paffutello altoatesino con la faccia da bambino furbo, sta lì, assieme a Bode Miller e a Hermann Maier, due leggende dello sci.
Che gara la gara di Hinterstoder! La pista non sembrava adatta ad un superG, corta e stretta com’era, ma proprio queste sue caratteristiche hanno costretto il tracciatore norvegese a piazzare porte vicine e angolate che hanno esaltato lo spettacolo, perché gli sci moderni sono fatti proprio per condurre curve chiuse ad alta velocità e chi più di Bode Miller è maestro nel farlo? Ha vinto ancora lui, ha stravinto anzi, ma il più bravo dei battuti è stato il piccolo carabiniere di Castelrotto, al secondo podio stagionale dopo il terzo posto nella discesa di Lake Louise. Fill si è preso la soddisfazione di battere sua maestà Maier, che troppi davano già per finito dopo un inizio di stagione senza podi (non gli era mai successo di fare otto gare senza arrivare almeno una volta nei primi tre), ma che ieri pur sbagliando è riuscito per 2/100 a battere Silvan Zurbriggen, lo svizzero favoritissimo dal numero 1, l’unico forse insieme a Fill a non commettere errori gravi su un tracciato che invogliava a mollare gli sci, ma poi fregava con una gobba, un buco, un angolo improvviso. Ci sono cascati in tanti, non ci è per niente cascato Peter, numero 24 al via, preoccupato per il piano iniziale (per fortuna accorciato rispetto al programma originale) che in effetti lo ha penalizzato molto, basti pensare che dei 79/100 di distacco accumulati alla fine, ben 53 li ha presi nei primi tredici secondi di gara e altri 17 nel tratto finale, pure in piano. Fatti due conti, si capisce che nella parte ripida con le curve Peter è stato il migliore, anche se per un solo centesimo. «Sono felice perché ho trovato una pista che esaltava le qualità tecniche, sono però soprattutto felice perché oltre a me sono andati bene anche gli altri italiani, ma adesso mi concentro per il gigante, perché anche lì voglio andare bene e so di poterlo fare».
Peter in Alta Badia era rimasto molto deluso dal 34° posto nella prima manche che lo aveva escluso dalla 2ª e oggi vuole rifarsi, anche per dimostrare di essere davvero polivalente, perché questo è il suo vero credo, andare forte in tutte le specialità. Intanto nella classifica generale di coppa è quarto a 102 dal nuovo leader Bode Miller, davanti ha anche Svindal e Cuche, ma dietro gente come Ligety, Maier, Palander e soprattutto Raich, anche ieri a secco di punti dopo il 34° posto. A proposito di Maier, giù il cappello visto che prima della gara, in fase di riscaldamento, era caduto e si era sublussato una spalla, ciò che non gli ha impedito di spingere come un ossesso nel piano iniziale e di salvare ancora una volta l’onore austriaco.


Come ha detto Fill, onore invece a tutta la squadra italiana che ieri ha piazzato ben sette atleti fra i primi 27 della classifica, con l’ottimo Patrick Staudacher 8°, Girardi 13°, Gufler 18°, il giovane e promettente polivalente (e stakanovista, visto che ha fatto cinque gare in sei giorni!) Christof Innerhofer, 22°, e ancora Eisath 24° e Happacher 27°. Un festival altoatesino, ma sempre Italia è!

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