Roma«Forse cè anche Berlusconi», mormoravano tra le poltrone del Teatro Capranica i primi spettatori accorsi ieri alla proiezione di Benedetto Craxi, il documentario sulla vita del leader socialista prodotto da Luca Josi.
«Benedetto Craxi», sì. Nome e cognome, così ha voluto ricordarlo Josi, lultimo segretario del Movimento giovanile socialista, detto anche «Hammamet Express» per i suoi 250 viaggi in Tunisia. Lui e pochi altri Bettino non lhanno mai abbandonato. E così ieri sera Luca Josi, oggi presidente della Einstein Multimedia Group, società che sforna format televisivi di successo, si sarà anche un po commosso vedendo un Teatro Capranica gremito fino allinverosimile per la prima della sua opera (che sarà allegata a Panorama come dvd e trasmessa lunedì prossimo dallInfedele su La7).
Ricco il parterre. Fra gli esponenti politici Pier Ferdinando Casini, Maurizio Sacconi, Fabrizio Cicchitto, Italo Bocchino, Lorenzo Cesa, Renata Polverini, Stefano Caldoro, Daniele Capezzone. Fra i volti televisivi Augusto Minzolini e Carlo Rossella. «Siamo già a 2.200 richieste di partecipazione rispetto agli 800 posti disponibili in sala», ha detto Josi aggiungendo che «londa straordinaria si è creata solo con il passaparola».
Quarantacinque minuti di documentario-intervista, scelti tra oltre 18 ore di materiale disponibile, hanno riportato indietro le lancette dellorologio. «Tantissimi compagni socialisti da tutta Italia hanno chiesto di poter assistere alla proiezione», ha sottolineato senza fare nessun accenno a quanti, dai primi avvisi di garanzia del 1992 alla morte avvenuta dieci anni fa, finsero di non averlo mai conosciuto. Esponenti dellex Pci che lo incensavano per ottenere il visto dingresso allInternazionale socialista, giornalisti che volevano evitare querele e poi «nani e ballerine» come li aveva definiti Rino Formica. Tutto scomparso ancor prima delle monetine del Raphaël.
Nellintervista proiettata ieri, invece Craxi ammette di aver utilizzato parte dei finanziamenti al Psi per sostenere cause internazionali: «Un grande eroe della democrazia greca oppressa dai colonnelli, Alekos Panagulis, è stato un mio grande amico, in quegli anni della lotta contro la dittatura dei colonnelli greci. Poi è stata la volta della solidarietà concreta, operante ed attiva con i dissidenti cecoslovacchi, così come ho aiutato i dissidenti di altri Paesi dellEst Europa. E la stessa cosa riguarda lAmerica Latina, per altri Paesi nei quali erano in corso lotte per la libertà».
Josi non ha mai dimenticato.
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