Film per l’Oscar Il voto mancante di Montaldo

«Non è che non ci dormissi la notte», ha sdrammatizzato Giuseppe Tornatore, commentando la designazione all'Oscar per La sconosciuta. Signorilmente ha ringraziato tutti i membri della commissione, incluso chi non l'ha votato, sette su quindici, il che ha autorizzato titoli come «Giuria spaccata». Lì per lì, in nome dell'amor patrio, tutti a tifare per il Peppuccio nazionale, nella speranza che il suo film finisca in cinquina; ma poi lo scrutinio sul filo di lana ha continuato a riscaldare gli animi, alimentare malumori, sollevare dubbi sulle procedure. Specialmente - siamo pur sempre in Italia - a causa dell'inattesa assenza del sedicesimo commissario, il decano Giuliano Montaldo, che sarebbe stato di sicuro acclamato presidente, con possibilità di far valere doppio il proprio voto.
S'è parlato di seri motivi familiari, e però, quello stesso mercoledì, il regista di Sacco e Vanzetti ha partecipato di mattina a un'iniziativa della Scuola nazionale di cinema, di pomeriggio a un convegno concluso da Rutelli. Non alla riunione presso l'Anica, attorno alle 13, dove l'attendevano per procedere alle audizioni dei sei candidati e alle relative votazioni. Otto, come sapete, in una successione che ha visto all'inizio prevalere 9 a 6 Mio fratello è figlio unico, poi 8 a 7 La sconosciuta. Dunque, il voto di Montaldo avrebbe potuto rovesciare il verdetto.
Com'è andata veramente? Infastidito dalla piega presa dagli eventi, l'interessato rivela: «Confermo che alla fine non me la sono sentita di partecipare, per varie ragioni. La prima delle quali è che avevo potuto vedere solo tre film su sei. E tra quelli non c'era quello di Tornatore». Insomma, un atto di estrema correttezza. Ma allora, ci si chiede, perché non avvertire per tempo in modo da trovare un sostituto-presidente. «Una serie di eventi non previsti», è la risposta.
Intanto pare sia partita qualche lettera indispettita, il mugugno cova e c'è chi rimpiange l'antico metodo di selezione legato alla giuria allargata dei David di Donatello. Certo, di nuovo, qualcosa non ha funzionato nel meccanismo, forse da ripensare.

Quanto alla ripartizione del voto, eccola: Airoldi, Angeletti, De Micheli, Ferretti, Fracassi, Lucisano, Occhipinti e Silvestri hanno puntato su Tornatore; Amelio, Blandini, Cerri, Crespi, Mereghetti, Pescucci, Tosi su Luchetti. Chi vuole, interpreti.

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