Un film racconta la storia della Falk

Trentotto minuti per raccontare la storia delle acciaierie Falck ma anche di Sesto San Giovanni da un punto di vista inedito: quella delle fabbriche viste con «l’occhio del padrone».
Ieri sera è stato proiettato a Bergamo, durante la ventiseiesima edizione di Bergamo Film Meeting, il cortometraggio di due giovani registri, Giusi Castelli e Francesco Gatti i quali, attraverso il montaggio di alcuni video girati in super8, hanno saputo riportare alla luce l’ascesa della storica industria metallurgica del Paese. A commentare le immagini, iniziate a girare negli anni Cinquanta, l’ingegner Riccardo Lampugnani, futuro direttore delle Acciaierie, che nel decennio più ricco di speranze per la storia industriale italiana comincia a tenere un diario privato, girato quasi per gioco, al seguito dei Falck.
La sua voce entusiasta commenta in diretta quelli che sono stati gli anni d’oro delle fabbriche, filmando dighe, macchinari, altiforni sempre più al passo coi tempi, con l’affetto che un padre potrebbe avere per i propri figli alternando ai momenti ufficiali quelli privati e familiari. L’archivio si interrompe bruscamente nel 1990 a un passo dall’Europa.

Pochi anni dopo, le Acciaierie Falck sarebbero diventate un grandioso esempio di archeologia industriale, identico a quei monumenti di Pompei o Paestum che all’ingegner Riccardo Lampugnani ricordavano una Falck di 2000 anni fa.

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