Cultura e Spettacoli

Il film del weekend: "Justice League"

Pellicola riservata ai fan dei cinecomic, dotata di trama semplice e ritmata, in equilibrio tra toni gravi e ironici, ma minata dalla presenza di un antagonista insulso

Il film del weekend: "Justice League"

Nonostante la gestazione difficoltosa, "Justice League" è arrivato puntuale a regalare una nuova avventura ai fan del DC Extended Universe, (la serie di film prodotti dalla Warner con protagonisti i supereroi dei fumetti DC Comics).

La pellicola è stata girata quasi per intero da Zack Snyder ("L'Uomo d'Acciaio" e "Batman v Superman") ma completata da Josh Whedon (regista per Marvel di" The Avengers" e "Age of Ultron"), dopo che il primo ha abbandonato il progetto per una tragedia familiare. Il passaggio di mano si sente: accantonate le atmosfere cupe e riflessive dei film precedenti, si abbraccia almeno in parte la leggerezza che ha caratterizzato da sempre il modello Marvel. Le aggiunte comiche però non diventano mai cialtroneria compiaciuta e siamo lontani dal gigioneggiare divertente caratteristico di certi supereroi dell'universo concorrente. I personaggi DC si lasciano andare a battute pungenti ma non per questo vedono scalfita la loro auctoritas. Il risultato è un gradevole equilibrio tra gravità e ironia.

La trama è a dir poco banale e vede Batman (Ben Affleck) costretto a riunire una squadra di supereroi per far fronte a una minaccia aliena che vorrebbe distruggere la Terra.

La semplicità del soggetto è funzionale allo scopo: si hanno soltanto due ore per introdurre tre nuovi personaggi, Aquaman (Jason Momoa), Flash (Ezra Miller) e Cyborg (Ray Fisher) e riportarne in vita un quarto.

L'uomo pipistrello è, in questo film più che mai, un leader riluttante e carismatico, privo di superpoteri ma dotato di una forza morale e di una volontà di ferro che lo rendono imponente. Gli fa da spalla Wonder Woman (la splendida Gal Gadot), semidea qui preoccupata della responsabilità di essere una guida. Non è facile per i due convincere a farsi carico delle sorti dell'umanità i nuovi "prescelti": il principe d'Atlantide, che altri non è se non un burbero adone acquatico, ed un giovane sopravvissuto grazie a innesti di robotica aliena che è alle prese con problemi esistenziali. Soltanto il terzo, Flash, nella sua totale inesperienza, si rivela una matricola tanto insicura quanto entusiasta.

L'intesa tra i suddetti personaggi funziona eppure la riuscita di un blockbuster con un tale budget e un così ampio background fumettistico è minata dalla totale inconsistenza dell'antagonista. Appare inconcepibile ma quello di "Justice League" è forse il peggior villain mai apparso in un cinecomic: Steppenwolf è realizzato completamente in computer grafica, la sua caratterizzazione è debolissima, quasi inesistente, e le scene d'azione in cui è coinvolto sembrano uscite da un videogame caotico e bidimensionale.

Nonostante i difetti, è probabile che i fan riescano comunque a trovare in "Justice League" la giusta dose di divertimento ed emozione, considerato anche che ritmo e venature morali non mancano.

Da attendere le due scene che la Warner, imitando i Marvel Studios, ha inserito durante i titoli di coda.

Commenti