In questo mondo doggi, pieno di spettacoli insulsi e indecenti, con musiche spacca-timpani e dissacratorie, godersi lo spazio di ottanta minuti in una sala magnifica (la sala da ballo del Palazzo Reale di via Balbi) asoltanto un po di musica, francamente ci regala un momento di pace e di serenità.
Erano tutti violoncelli e ragazzi dai dieci ai venticinque anni, allievi del Conservatorio N. Paganini di Genova (che è ancora unoasi di chiarore nelloscurità di oggi) e ci hanno fatto godere con Beethoven, Villa Lobos, Pietro Mascagni, Giacomo Puccini, Gioacchino Rossini, J.S. Bach e Paul Hindemit questo stupendo momento.
Il maestro Nevio Zanardi li ha preparati e diretti con amorosa passione e con risultati ottimi. La loro gioia (mista ad un certo timore per il pubblico che attentamente li seguiva) e il loro giovane talento, trasparivano dalle note che uscivano dagli strumenti e dai loro volti pieni di meravigliosa serenità.
Non erano volti di arrabbiati, di delusi, di scontenti; erano volti si ragazzi che avevano trovato qualcosa che riempe la loro vita in modo sereno e appagante. La musica è la loro droga che li rende più belli anche fisicamente. Fare nomi significa togliere a qualcuno un merito, che tutti invece comprende.
Bravi tutti i promotori e bravo il mestro Zanardi che voglio ringraziare con una sua frase bellissima: «La musica è bella, la musica è gioia, la musica è vita».
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