Finalmente l’imam libera le ragazze: «No al velo integrale»

«Il niqab, il velo integrale è un’usanza tribale che non ha niente a che fare con l’Islam». Il messaggio choc arriva da un imam che dice «via il velo dalle classi». Un messaggio freddo, chiaro che arriva dalla massima autorità religiosa dell’islam sunnita nel mondo: il grande imam del Cairo Mohammed Said Tantawi mette al bando il velo integrale. Nessuno prima di lui aveva mai osato esprimersi in modo così netto. È successo domenica quando l’imam si trovava in visita in un liceo femminile vicino al Cairo. Ha fatto un giro nelle classi e ha visto una delle liceali con il velo integrale. È stato stupore e sorpresa; solo una fessura che lascia intravedere gli occhi.
La reazione è stata un ordine inaspettato, che è suonato come un tradimento: «Togliti il velo», ha chiesto l’imam. E ha aggiunto: «È un’abitudine che non ha nulla a che fare con la religione». In lei vergogna e sconforto. All’inizio la giovane ha tentato anche di opporsi timidamente, forse per paura di quello che gli avrebbero detto una volta tornata a casa: «La mia è una famiglia osservante. Non posso». «Il niqab - ha risposto l’imam adirato - è un’usanza tribale che non c’entra con l’islam. E io mi intendo di religione molto più di te e dei tuoi genitori». Ma non solo. L’imam sembra aver preso sul serio la questione e ha deciso quindi di proibire l’accesso agli ostelli universitari alle ragazze che indossano il niqab. Saranno escluse tutte le donne con il niqab da tutte le istituzioni dipendenti dall’università.
«Finalmente un messaggio civile». Daniela Santanchè sente di aver vinto. È lei che più di ogni altra si è battuta contro il velo, contro il simbolo della sottomissione delle donne musulmane. «Questa è una grande vittoria, ed è indicativo che arrivi da un imam dal Cairo». È soddisfatta Santanchè che dice: «Per anni sono stata sola contro tutti nella battaglia dei diritti delle donne. Lo dico da sempre, il velo integrale non è un segno religioso ma un simbolo di sottomissione per le donne musulmane. I clan maschili le obbligano ad una sottomissione e il velo è lo strumento. Voglio vedere adesso cosa diranno tutti i nostri imam domestici che abbiamo qui in Italia e che predicano e diffondono l’uso del velo. Voglio vedere ora cosa diranno tutti quei politici di sinistra che hanno difeso la cosiddetta tolleranza nei confronti dei simboli religiosi dell’islam. Con il velo non ci sarà mai integrazione. Ma solo ghettizzazione. Lo dimostrano i casi di Hina e Sanaa. Due ragazze vittime del loro clan. Uccise senza pietà dai loro stessi genitori per aver osato ribellarsi all’obbedienza. Per aver cercato di vivere all’occidentale, per aver chiuso in un armadio il velo e le origini musulmane. E per questo hanno pagato con la morte». E per il velo che copre solo i capelli? «Anche a quello bisogna porre un limite.

Io propongo di vietarlo fino almeno ai 16 anni. A scuola è importante essere tutti uguali. Si viene allontanati dal gruppo anche per una t-shirt diversa, figuriamoci per un simbolo così ingombrante come può essere il velo».

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