Massimo Malpica
da Roma
Lennesimo trattamento «Speciale». Sui file degli italiani emigrati fiscalmente e illegalmente in Liechtenstein si accende lultima polemica tra la Guardia di finanza e Vincenzo Visco, con il Cocer delle Fiamme gialle che alza la voce contro il «suo» ministro per aver estromesso i finanzieri dalle indagini. A occuparsi degli accertamenti sui nominativi dei presunti evasori contenuti nel dvd passato allItalia dal governo tedesco, infatti, è lAgenzia delle entrate, e non, come sarebbe lecito aspettarsi, il comparto infoinvestigativo dei baschi verdi. Che pure ha decisamente più esperienza, uomini e mezzi da impiegare nella caccia ai furbi rispetto allAgenzia. Questa, ricorda il Cocer, in fondo resta un «organismo amministrativo», e non «una forza di polizia».
Lattacco al viceministro dellEconomia è esplicito, anche se Visco non viene mai nominato: «Non risulta che la Guardia di finanza sia stata in alcun modo coinvolta dal dicastero da cui dipende - esordiscono i sindacalisti della Gdf - nonostante tali informazioni potrebbero essere rilevanti non solo sul piano amministrativo ma anche su quello penale e per reati non necessariamente tributari, a cominciare dal riciclaggio del denaro sporco. A breve pertanto ci troveremo nella paradossale situazione in cui la Gdf, ignorata dal proprio ministero, viene chiamata dalla magistratura inquirente a farsi carico delle relative indagini».
Una perdita di tempo inspiegabile, che agli uomini delle Fiamme gialle fa venire il sospetto che qualcuno, sotto elezioni, voglia privilegiare la gestione politica del dossier trascurando invece gli approfondimenti investigativi. E che proprio per questo motivo il «meno gestibile» corpo militare sia stato lasciato da parte. Quanto alle polemiche sollevate dallagenzia delle entrate e relative alla carenza di fondi per investigare, il Cocer ribadisce che funzioni di polizia giudiziaria - e corrispondenti erogazioni - spettano alle Fiamme gialle. «La ricerca informativa, soprattutto con riguardo alla commissione di eventuali reati, è unattività estremamente delicata che integra uno dei tipici compiti di una forza di polizia quale è la Guardia di finanza. Non si capisce pertanto - sibila il Consiglio centrale di rappresentanza - perché lo Stato dovrebbe stanziare somme a favore di un organismo amministrativo che non è una forza di polizia e men che meno un servizio di sicurezza, per contattare informatori e negoziare lacquisizione di notizie».
La decisione di tagliare fuori la Guardia di finanza dagli accertamenti sugli evasori in Liechtenstein non sorprende più di tanto lex comandante generale della Gdf, nemico giurato del ministro Visco, Roberto Speciale. Che al Giornale dice di «sottoscrivere parola per parola» latto daccusa del Cocer. «Come avevo già denunciato in tempi non sospetti - sospira il generale - qualcuno tenta in tutte le maniere di estromettere la Gdf a favore dellAgenzia delle entrate, e questultimo episodio ne è la prova provata». Il fine? Per Speciale è «cortocircuitare il corpo, seguendo un disegno nemmeno troppo nascosto che, un giorno non lontano, porterà a demilitarizzarlo e a farlo confluire nellAgenzia delle entrate». Per il generale, questo nuovo attrito tra baschi verdi e ministro dimostra che «non era dunque solo un problema tra me e Visco, visto che la Gdf è stata lasciata del tutto fuori dalloperazione Liechtenstein».
Lex numero uno delle Fiamme gialle lascia anche intendere che la «preferenza ministeriale» per lorganismo amministrativo di controllo sia dovuta a una maggiore «gestibilità». «E pensare - conclude Speciale - che lAgenzia non ha nemmeno gli strumenti per operare, considerato che la forza investigativa ce lha solo la Guardia di finanza.
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