Politica

Finanziaria, passa lo «sciopericchio» della Cgil

Il segretario Epifani voleva una manifestazione nazionale per caricare l’evento di significati politici. Il 14 ottobre si ferma il mondo dello spettacolo

Finanziaria, passa lo «sciopericchio» della Cgil

Antonio Signorini

da Roma

Ampiamente annunciato, ma frutto di una decisione più sofferta del previsto, è arrivato anche lo sciopero generale contro la Finanziaria 2006. Le segreterie unitarie di Cgil, Cisl e Uil hanno ufficializzato il ricorso alla forma di protesta più forte contro il disegno di legge firmato da Giulio Tremonti al termine di una riunione fiume nella sede del sindacato di sinistra, servita soprattutto a mettere a punto le modalità dello sciopero e la piattaforma di richieste da sottoporre al governo.
Su entrambi i capitoli i sindacati si sono presentati divisi al vertice e per trovare una composizione delle varie posizioni ci sono volute otto ore di conclave. Nella prima parte della segreteria è stato decisa una protesta di quattro ore il 25 di novembre.
Le manifestazioni saranno territoriali. In sostanza è prevalsa la posizione di chi, cioè Cisl e Uil, non voleva caricare la protesta di significati politici mentre è tramontata l’ipotesi di una manifestazione unica nazionale. La seconda parte della riunione, alla quale hanno partecipato solo i tre segretari generali, è stata la più difficile.
Il leader della Uil Luigi Angeletti ha insistito sulla sua idea di chiedere al governo la detassazione degli aumenti salariali al posto del taglio degli oneri impropri nella contribuzione. Ma il segretario della Cisl Savino Pezzotta e il leader della Cgil Guglielmo Epifani non sono stati d’accordo e alla fine è stato trovato un accordo su una formulazione più generica.
«Abbiamo convenuto sulla necessità di una riduzione delle tasse da lavoro dipendente», ha spiegato Angeletti, ammettendo che «su come ridurre abbiamo opinioni diverse». I tre sindacalisti si sono impegnati a trovare una proposta unitaria tra oggi e domani. Ma pesa ancora la linea dura del sindacato di Corso d’Italia. «Da quattro anni - ha spiegata il segretario confederale Carla Cantone - lottiamo contro le finanziarie e continueremo a farlo finché questo governo lascerà la guida del Paese».
Per il resto il documento dei sindacati indicherà degli obiettivi a proposito di Mezzogiorno, carovita e difesa dei redditi. Praticamente unanime la critica dei sindacati a Confindustria, rea di aver promosso la Finanziaria: «Ha contraddetto gli impegni presi con noi sul sud e politica industriale», ha accusato Epifani.
Al governo la scelta dello sciopero generale è sembrata la vittoria «della logica tutta politica» di Epifani. «È stato un errore piegarsi alla Cgil», ha detto il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi.
Un altro sciopero contro la Finanziaria è quello indetto dal mondo dello spettacolo il 14 ottobre per l’intera giornata, contro i tagli al Fondo unico. E non sono escluse novità nel maxiemendamento per rendere meno drastici i tagli a questo settore. Possibili modifiche anche per la cosiddetta «tassa del tubo», quella che dovrebbero pagare le società che usufruiscono delle reti di Snam Rete Gas e Terna.
Dopo le pressioni dei diretti interessati e anche dell’Authority dell’energia, potrebbe essere sostituita da un prelievo su Eni ed Enel.


Nel merito della manovra, il ministero dell’Economia ha sentito il bisogno di precisare che la cifra attesa dalla lotta all’evasione non è di tre miliardi di euro, ma di 1,2 miliardi in tre anni: 300 milioni per il 2006, 460 milioni nel 2007 e altrettanti nel 2008.

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