La storia si ripete. All’indomani dell’annuncio delle linee programmatiche, il neo assessore alla Cultura, Massimiliano Finazzer Flory viene invitato al centro sociale Leoncavallo per la manifestazione Critical Wine. «Io Massimiliano Finazzer Flory ho conosciuto Veronelli e se l’agenda me lo consente non è escluso che accetti l’invito». Come a dire: se andrò sarà da privato cittadino.
Due anni fa lo stesso copione: dopo l’incursione notturna al Leoncavallo, una notte di agosto, con conseguente scandalo Vittorio Sgarbi era stato invitato al centro sociale, diventando in poco tempo il padrino dei writer, grazie anche alla pubblicazione del catalogo Skira sui graffiti.
L’altro giorno l’assessore ha parlato anche del Leoncavallo, scatenando le polemiche: «È un pezzo di storia - ha detto -. Finora non ho ricevuto nessuna proposta culturale dal Leoncavallo ma se arriverà sarò ben disposto a prenderla in considerazione. Ma la collaborazione - chiarisce - potrà esserci solo se sarà condivisa la politica culturale dell’amministrazione». Sul piano artistico, ha precisato «si apre la possibilità feconda di un dialogo, ma deve essere distinto da altri affari: se lo distinguiamo si dialoga, altrimenti no». Il Leoncavallo ha apprezzato e lo ha invitato alla rassegna enologica.
«Abbiamo sempre avuto un buon rapporto con gli assessori alla Cultura del comune - commenta Daniele Farina, storico portavoce - e non è la prima volta che i rappresentanti delle istituzioni partecipano a Critical wine. Come la mettiamo con la legalità? Le associazioni che operano al Leoncavallo sono andate avanti nel loro percorso verso la legalizzazione così come la città. È An che è rimasta indietro, e che ha deciso di combattere una battaglia persa, tutta ideologica».
E a proposito di politica e cultura l’assessore ha risposto a chi, sempre nel centrodestra, si era scagliato contro la commissione di saggi, accusata di essere troppo di sinistra: «Le critiche sono politiche, non sulla cultura. In larga parte non hanno colto il percorso culturale: creare nuove categorie di lavoro». La replica non spegne le polemiche, anzi: «Finché il Leoncavallo fa la festa della cannabis penso che un amministratore non ci debba andare - ribatte Matteo Salvini, capogruppo della Lega in Comune -. L’assessore fa il politico non il geometra e quella commissione di saggi non va per niente bene, sia per la sua composizione, sia perché chi parte con i tavoli preannuncia che non concluderà nulla».
Nel mirino del centrodestra anche la proposta di organizzare un festival del nomadismo: «Dobbiamo capirci sulle parole: il nomadismo di cui parlo è quello delle idee e dei pensieri. Chi sono oggi i nuovi nomadi? Sono i cervelli in fuga, gli imprenditori, i city user. Voglio ragionare su queste categorie per offrire una conoscenza antropologica del nomadismo».
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