Fincantieri, via al ribaltamento a mare di Sestri

(...) e le amministrazioni locali salvaguardando un comparto strategico come la cantieristica navale».
L’accordo prevede la realizzazione del cosiddetto «ribaltamento a mare», la realizzazione di un nuovo piazzale operativo di 117mila metri quadri per il cantiere di Fincantieri con il riempimento di uno specchio d’acqua di 71mila metri quadri. Il governo, che garantisce «una sua presenza molto precisa e puntuale» ed è impegnato «per il futuro di ogni sito» della Fincantieri, ora punta - ha indicato Paolo Romani - «entro settembre all’accordo di programma per Castellammare di Stabia, avviando così un percorso positivo anche per quel sito».
È di 50 milioni di euro la cifra stanziata per il ribaltamento a mare. Allo sblocco dei fondi si dovranno aggiungere altri 20 milioni di euro provenienti dal riparto delle risorse del Fondo per le infrastrutture portuali e un investimento di circa 50 milioni da parte di Porto petroli spa.
Esprime «soddisfazione» per l’accordo raggiunto per il Porto di Genova, ma resta preoccupato dal contesto internazionale l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono. «Ogni iniziativa che può contribuire al migliorare la competitività dell’azienda mi soddisfa, ma sono realista», dice Bono al termine dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico. «Rinnovo l’appello ai sindacati: dobbiamo ragionare in termini di competitività, certe sacche di inefficienza non se le possono permettere più né le aziende né lo Stato - continua - di piani industriali ne posso fare 100, anche uno per dipendente, poi però ci deve essere un mercato che prende le navi. Non si può continuare a ragionare come se fossimo gli unici al mondo, dobbiamo sottostare alla competizione internazionale».

Bono ricorda che gli ordini dello Stato italiano rappresentano il 6% del giro d’affari di Fincantieri: «l’azienda è sul mercato», anche se è un mercato «non competitivo». Rivendica inoltre una situazione finanziaria «solida» e afferma: «non abbiamo debiti».

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