RomaCi sarà diretta televisiva per lesame nellaula dei deputati del caso Ruby. La data è fissata: 5 aprile, ore 15. La Camera dovrà decidere sul conflitto di attribuzione relativo al processo che vede come imputato a Milano Silvio Berlusconi. La decisione è stata presa dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio al termine di un pareggio secco in ufficio di presidenza. Un pareggio determinato da Gianfranco Fini, che ha deciso di astenersi al momento del voto. Il presidente della Camera aveva già espresso in mattinata la sua convinzione che sulla proposta del centrodestra di sollevare il conflitto di attribuzione nei confronti della procura di Milano e del gip davanti alla Corte Costituzionale dovesse esprimersi laula. Aveva poi sottolineato il fatto che questo percorso è necessario perché «la composizione dell'ufficio di presidenza vede di fatto la prevalenza numerica dell'opposizione», un dato che «costituisce un tratto di assoluta novità rispetto ai precedenti».
I cambi in corsa di questa legislatura, con la nascita di Futuro e libertà, hanno creato unanomalia, con uno squilibrio a favore delle minoranze per la presenza del finiano Donato Lamorte. Al momento del voto, il fondatore di Fli ha deciso quindi di astenersi. La conclusione è stata un pareggio tra maggioranza e opposizioni di 9 a 9, per lassenza del deputato dellMpa Angelo Lombardo, malato. Fini, insomma, stavolta è stato imparziale. Un atto dovuto, ma che gli ha attirato le critiche dell'opposizione, che sperava di trovare un alleato fedele nel voto importante di ieri. Rosi Bindi: «Comprendiamo la prudenza e la cautela del presidente Fini, ma riteniamo tuttavia che avrebbe potuto esprimersi con un voto» per evitare «lennesimo vulnus alla dignità della Camera».
Secondo Pier Ferdinando Casini, invece, Fini ha espresso con la sua decisione «un alto senso dello Stato». Il Pdl ritiene molto apprezzabile il comportamento del presidente della Camera: «È positivo che il presidente Fini abbia preso atto del fatto che questo caso non ha precedenti», commenta il deputato del Pdl in ufficio di presidenza Gregorio Fontana. Motivando la sua astensione Fini aveva spiegato che il caso «presenta aspetti speciali e unici».
La Camera si era già espressa sul caso Ruby, dicendo sì alla richiesta del centrodestra di assegnare la competenza al tribunale dei ministri.
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