Fini contestato: «Me l’aspettavo, erano quattro gatti»

Fischi, grida «vergogna, vergogna», e poi striscioni di condanna per «il massacro di Gaza». Un ragazzo gli ha urlato «fascista» ed è stato identificato dalla polizia. Così Gianfranco Fini (nella foto) è stato accolto all’università La Sapienza, davanti al rettorato, da qualche decina di studenti di sinistra. Il presidente della Camera, invitato all’inaugurazione dell’anno accademico del master in Istituzioni europee, ha potuto comunque tenere la sua lectio magistralis.
I manifestanti hanno preso di mira le due leggi che portano il suo nome: quella sull’immigrazione e quella sulla droga. Tra gli studenti e la polizia s’è acceso pure un piccolo tafferuglio, quando i giovani hanno cercato di occupare le gradinate dell’università. Il rettorato, dove si è tenuta la lezione, è stato circondato da agenti in tenuta antisommossa per impedire che i giovani raggiungessero l’aula magna.
Al termine Fini ha minimizzato: «Non sono infastidito. Era una manifestazione del tutto prevista, come del resto era previsto che il numero dei partecipanti fosse così scarso. Peccato solo perché i giornali parleranno della contestazione e non dell’Europa e la poca incisività dei nostri parlamentari, che era l’argomento del mio intervento». Anche il rettore Luigi Frati ha sdrammatizzato: «Gli studenti che protestavano sono meno dello 0,1 per mille del totale. Io sono abituato a queste cose». «E lo dice a me?», ha replicato Fini.
A Fini la solidarietà del Pd.

«Un errore trasformare le legittime occasioni di manifestazione del pensiero e delle posizioni in insulti alle istituzioni e a chi le rappresenta», ha detto Andrea Orlando. Fabrizio Cicchitto chiede che la polizia «identifichi i responsabili». Ma c’è chi difende i contestatori, come il segretario del Prc Paolo Ferrero: «Dov’è lo scandalo? Il fischio è libero».

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