da Roma
La statua di Marco Aurelio in Campidoglio avvolta dalle bandiere. Molte quelle tricolori. Di più quelle con il simbolo di Alleanza nazionale. Gianfranco Fini aspettava questo momento da quindici anni, da quando si vide sfilare la poltrona di primo cittadino della capitale per un soffio e proprio da Francesco Rutelli. Certo oggi non tocca a lui incarnare una vittoria indubbiamente «storica» su un sistema di potere che amministrava la capitale da tre lustri. Ma non a caso Gianni Alemanno dedica la sua vittoria ad Antonio Augello e poi proprio a Fini. Perché questa vittoria sembra dar ragione prima di tutto al leader di An.
La lunga e faticosa traversata affrontata da Fini e da An da quella lontana sconfitta fino al successo, che solo un mese fa era assolutamente imprevedibile, almeno al momento purifica laria dai tutti i veleni che si erano respirati dentro il partito. Soprattutto dopo la scelta di correre con il simbolo unico del Popolo della libertà alle politiche. Una scelta che gli elettori di An mostrano di aver capito e pure condiviso e che a Roma ha evidentemente allargato il consenso intorno al centrodestra.
Dunque Fini può davvero parlare di una vittoria «storica». Perché, spiega Fini, «pone fine a 15 anni di malgoverno della sinistra e anche perché a conseguirla è An».
Un risultato dovuto anche agli errori del leader del Partito democratico, Walter Veltroni, e del candidato sindaco Rutelli. Veltroni, ricorda Fini «è quello che ha negato il problema sicurezza». Oltretutto, aggiunge «la sinistra non aveva argomenti, strumentalizzava le parole di Umberto Bossi che non erano contro Roma ma contro i palazzi romani, occupati fino a ieri proprio da Veltroni e da Rutelli».
Una vittoria così rilevante può cambiare gli equilibri allinterno della maggioranza di centrodestra? Fini, che si prepara a ricoprire il ruolo di terza carica dello Stato si dice certo che «non ci saranno ripercussioni nel governo dopo la vittoria di Alemanno, perché la coalizione è compatta».
Domani Fini sarà il nuovo presidente della Camera, il primo che arriva dalla destra. Intanto assapora la vittoria di Alemanno e ringrazia i tassisti che scorrazzano per le vie del centro con le bandiere di An sventolanti fuori dai finestrini.
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