Fini lancia il Ciampi-bis e mette in crisi i Poli

Silenzio di Forza Italia sull’ipotesi lanciata dal capo della Farnesina. Fassino entusiasta, mentre D’Alema si mostra guardingo: «Per ora non se ne discuta»

Massimiliano Scafi

da Roma

Ancora Ciampi? E perché no, dice Gianfranco Fini: «È stato un ottimo presidente della Repubblica, lo è tuttora, lo può essere anche in futuro. Siccome si avvicina la scadenza del mandato, io ritengo opportuno riflettere sull’opportunità di rieleggerlo. Sarebbe un’ottima scelta». La proposta del vicepremier agita improvvisamente il sonnacchioso fine settimana politico post-devoluzione. Sull’idea ufficialmente tutti d’accordo, tranne la Lega, che non l’ha mai digerito e che adesso ne fa una questione d’età. Silenzio invece da Forza Italia mentre nel centrosinistra c’è soprattutto prudenza e timore di bruciare una carta. «Il capo dello Stato deve essere tenuto fuori dalla polemiche politiche», sostiene Francesco Rutelli. «L’ipotesi deve ovviamente essere presa in considerazione, quando sarà il momento», aggiunge Piero Fassino. E dal Colle silenzio assoluto. Chi l’ha visto, racconta di un Ciampi «infastidito» da un dibattito che considera quantomeno prematuro, oltre che potenzialmente destabilizzante sugli ultimi sei mesi del suo mandato: il semestre bianco è appena cominciato.
Ma è iniziata pure la grande partita a scacchi tra i poli e dentro i poli: tutti insieme in primavera scadono infatti Quirinale, Palazzo Chigi, presidenze del Parlamento, ministeri: Così, le parole di Fini possono avere diverse chiavi di lettura. È una proposta vera? Il ministro degli Esteri dà per scontata la sconfitta della Cdl e indica il candidato meno sgradito? Vuole mettere il cappello su una soluzione bipartisan? Vuole bruciare Ciampi? O cerca solo mettere in difficoltà l’Unione, che magari ha un’altra idea? Fini nega qualunque giochetto: «La mia è una riflessione convinta, Ciampi sarebbe perfetto». Dietro sembra avere tutta An. «Il partito è favorevole a una riconferma - spiega Gianni Alemanno - perché apprezza il grande equilibrio con cui il capo dello Stato ha operato in questi anni. Ha fatto un nobile lavoro per promuovere l’unità nazionale e per cercare con responsabilità di moderare il virulento scontro politico». E non è una questione prematura, dice Adolfo Urso, «anzi è nell’agenda: è l’età non è un freno».
La Lega è di tutt’altro avviso. «Niente di personale - afferma Roberto Calderoli - ma dopo aver abbassato l’età dei parlamentari non mi sembra il caso che agli over 80 debba essere destinata altra funzione se non quella di dedicarsi semplicemente alla famiglia e ai nipoti. Non l’abbiamo votato sette anni fa, non lo faremmo adesso, anche se il contesto è diverso. Lasciamo a Ciampi il meritato riposo». Gelido pure Roberto Castelli, che con il Quirinale si è scontrato più volte: «Non so che dire, non ne abbiamo mai parlato». Favorevoli al raddoppio invece i centristi. «Se si riproporrà la candidatura del presidente della Repubblica - dichiara il neosegretario Lorenzo Cesa - l’Udc non potrà che valutarla positivamente, in coerenza con l’apprezzamento totale sul suo operato». «Ciampi ha lavorato con equilibrio e imparzialità - dice Bruno Tabacci -, è ovvio che per il Quirinale si riparta da lui».
Cautissime, quasi ingessate le reazioni dell’Unione, soprattutto nel settore più centrale. Francesco Rutelli non ne vorrebbe nemmeno parlare: «È assolutamente inopportuno che si discuta di questo argomento. Lasciamo il capo dello Stato fuori dalle polemiche, non può essere oggetto di dibattito adesso». Clemente Mastella appoggerebbe subito la rielezione, ma non ci crede: «Ogni volta che ci si avvicina alla scadenza del mandato, c’è sempre qualcuno che per calcolo ipotizza il bis. Poi, al momento giusto, i partiti maturano opinioni diverse».
Aperture maggiori arrivano dai Ds. Piero Fassino la considera una buona soluzione: «Ciampi ha incarnato benissimo il ruolo di garanzia e di rappresentanza dell’unità nazionale». Massimo D’Alema «apprezza il segnale di buona volontà di Fini» e condivide la scelta di un personaggio che «ha mantenuto la fiducia nelle istituzioni democratiche in un momento difficile». Però, avverte, «non si può aprire una discussione sulla testa di un capo dello Stato in carica». Vannino Chiti si spinge più in là: «Se Ciampi sarà disponibile, sono sicuro che il centrosinistra lo confermerà, trovando sul suo nome un consenso molto largo».


Un Carlo Azeglio II andrebbe benissimo ad Alfonso Pecoraro Scanio: «Stiamo stati i primi a proporlo, siamo contenti che qualcuno si associ». Ma Oliviero Diliberto frena. «Ho un grandissimo apprezzamento per Ciampi, però prima dobbiamo prendere una posizione comune evitando di andare in ordine sparso».

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