Fini mollato dai suoi ex parlamentari lombardi E anche Landi lo scarica: «No ai salti nel buio»

La firma di 18 parlamentari ex an sui 22 eletti nel nord-ovest sotto un documento che nega la scissione e l’assicurazione di Ignazio La Russa che oggi non andrà alla riunione dei finiani. «Rompere il Pdl sarebbe un vantaggio per l’opposizione. E, pur in una tranquilla competizione, anche un vantaggio per la Lega». La convocazione è nello studio milanese da avvocato del ministro e coordinatore nazionale. A rapporto l’anima an del partito chiamata a decidere del proprio futuro. Alla fine la decisione, messa nero su bianco, è di non lasciare il partito. Nessuna fuga, nessuna intenzione di appoggiare la creazione di gruppi autonomi. «Manteniamo - spiega La Russa - un rapporto di lealtà e amicizia con Gianfranco Fini, ma abbiamo fatto una scelta politica che speriamo sia fatta da tutti, anche dallo stesso Fini e dai finiani. È una scelta politica irreversibile, perché non vogliamo fratture». Ipotesi che comporterebbe «l’interruzione del processo del bipolarismo in Italia e comprometterebbe il mantenimento dei risultati elettorali senza precedenti, ottenuti dal Pdl. Ci auguriamo sia una scelta di tutti, poi ci saranno i congressi e gli organi statutari, dove tutte le tesi devono avere uguale spazio. Senza che ci siano preconcetti o fuoriuscite se le tesi non vengono approvate».
La Russa parla anche del suo rapporto con Fini. «Un rapporto di amicizia e lealtà che dura da trentasei anni. Che non si possono interrompere e che non si sono interrotti anche quando lui ha avuto posizioni diverse dalle mie». E oggi potrebbe arrivare il momento della conta. Ma il ministro spiega che nella riunione dei diciotto parlamentari, si è anche parlato di un cambio di strategia del Pdl a fronte dei sempre più forti consensi della Lega. «Non dobbiamo aggravare il disagio dei cittadini del Nord - spiega - Abbiamo discusso su cosa debba fare di più il Pdl a cominciare da un tema come quello dell’immigrazione clandestina». La Russa, infine, racconta che alla riunione non hanno partecipato, dei 22 parlamentari eletti nel nord-ovest, Mirko Tremaglia e Andrea Ronchi: «Tremaglia è Tremaglia - ha spiegato - mentre Ronchi è stato eletto in Lombardia, ma abita a Roma. Per questi motivi abbiamo deciso di non invitarli. Altri due parlamentari, uno lombardo e l’altro piemontese, non li abbiamo avvisati della riunione perché già hanno espresso nei giorni scorsi la loro scelta».
Una volontà di unità è ribadita anche dai fedelissimi. «Noi vogliamo confrontarci all’interno del Pdl - assicura l’ex deputato e oggi assessore Giampaolo Landi di Chiavenna - Dubito che Fini voglia fare salti nel buio e lo sconsiglio. È prematuro capire quali saranno gli scenari futuri», tuttavia «non credo che succederà nulla, la situazione troverà una soluzione all’interno del Pdl».

Quello che «sta emergendo» è «la voglia di un’importante parte del Pdl di migliorare la qualità del progetto del partito». Infine, conclude Landi, «non è possibile che la Lega voti i provvedimenti a Roma e poi venga sul territorio e li contesti, bisogna richiamarla a un maggior senso di responsabilità».

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