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Fini al Pdl: occhio al cesarismo

RomaPrimo indizio. Nel Pdl, dice Fini (nella foto), «serve una forte democrazia interna». Secondo indizio. Nel centrodestra bisogna «scongiurare il rischio di cesarismo». Terzo indizio. «Esercitare la leadership non significa inseguire la pubblica opinione, ma capire le problematiche che potranno presentarsi in futuro e prevenire».
Con chi ce l’ha il presidente della Camera? Se, come scriveva Agatha Christie, tre indizi fanno una prova, allora il bersaglio di Fini, alla vigilia della confluenza di Fi e An nel Pdl, sembra proprio Berlusconi. Per carità, Fini parla in un dibattito a Montecitorio sulla presentazione del libro di Pino Pisicchio «Tra declino e cambiamento» e soprattutto parla «in generale» sullo stato della politica oggi. Ma qualche dubbio rimane, in particolare quando affronta il tema della trasformazione delle forze politiche. «Il Pd è nato, il Pdl sta nascendo. Adesso che i partiti sono carismatici, mediatici, leggeri e in sintonia con la società liquida, il tutto si gioca sulla capacità di guidare l’opinione pubblica e non di subirla». Quindi «va bene la flessibilità», ma occorre «porsi la questione della selezione della classe dirigente». Il rischio di «cesarismo esiste, non solo in Italia, anche a causa della democrazia mediatica e la garanzia di una vita democratica interna è il vero paletto». «Lo dico - insiste Fini - da presidenzialista convinto». Conclusione: «I partiti al loro interno devono essere democratici. Discutere diventa essenziale».
Un uomo solo al comando? Fi un partito di plastica, un partito-azienda, come sostiene Pisicchio? Seduto accanto a Fini, Tremonti dissente ma solo fino a un certo punto. «Stando in Forza Italia posso dire che non è un partito di plastica. Piuttosto, un partito monarchico temperato dal più alto grado di libertà anarchica». Quanto al cesarismo, non è questo il punto chiave: «Non esiste un governo che non ha una base nei partiti e non esiste una leadership di governo che non sia anche una leadership di partito». Più pungente, il vicecapogruppo del Pdl alla Camera.

«I timori di Fini - dice Napoli - hanno un loro fondamento, ma ne ha parlato come di una minaccia che riguarda tutti i partiti». Una replica alla Finocchiaro - che stava applaudendo il presidente della Camera - e al Pd. Ma anche a Fini e ad An.MSc

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