Fini perde anche «Farefuturo»: sarà Urso a guidare la fondazione

Roma Prima il Ffmagazine, poi il Secolo d’Italia, ieri, infine, anche Farefuturo. Gianfranco Fini ha perso un altro pezzo e questa volta il distacco è stato particolarmente doloroso perché a uscire dall’orbita del presidente della Camera è stata proprio la sua creatura più cara: Farefuturo, il think tank che fondò lui stesso nel 2007, ha deciso di procedere ad una «ristrutturazione interna» che è di fatto un divorzio politico, sul quale ha pesato, come negli altri casi, la linea nettamente antiberlusconiana di Fli. La guida della fondazione passa interamente nelle mani di Adolfo Urso, mentre Fini diventerà presidente onorario. Un ruolo simbolico che nasconde una uscita di scena. A decidere sarà quindi solo Urso ed è noto che la sua intenzione è quella di fare dialogare Farefuturo con le altre fondazioni del centrodestra, a partire da quelle vicine al Pdl. Un modo per fare riavvicinare un pezzo di Fli a quel centrodestra che gli altri, il vertice del partito vuole invece combattere con ogni mezzo.
Ambienti vicini al presidente della Camera hanno cercato di far passare la riorganizzazione per un divorzio consensuale, una uscita soft. Ma in realtà la decisione ufficiale è arrivata dopo giorni difficili. La riunione doveva tenersi già la settimana scorsa, ma è stata rinviata perché Fini non poteva partecipare e non voleva che la sua uscita fosse letta come un licenziamento. Ieri la seduta del consiglio di fondazione, al quale ha partecipato anche il presidente della Camera e che si è svolta in un clima particolarmente teso. E non solo tra Fini e Urso. L’ex viceministro al Commercio estero che ha scelto di rimanere dentro il Fli rappresenta l’opposizione interna al leader del partito e i rispettivi ruoli sono definiti. I mal di pancia riguardano, già da qualche tempo, i soci della fondazione. Imprenditori che sono disposti a finanziare un think tank di moderati, ma non a sostenere uno strumento utile alla linea oltranzista dei falchi finiani.
La decisione è arrivata a pochi giorni dalla chiusura di Ffmagazine, il cui direttore Filippo Rossi aveva aderito alla manifestazione del 12 marzo con tesi identiche a quelle dell’opposizione del centrosinistra, costringendo la fondazione prima a una precisazione imbarazzata e poi alla chiusura della testata. Negli stessi giorni era nata Fare Italia, associazione che fa capo a Urso e che sarà il braccio politico dei moderati di Futuro e libertà. Il 19 aprile ci sarà il varo ufficiale e sarà annunciata anche la nascita del webmagazine dell’associazione. Che sarà, c’è da scommetterlo, diverso dal Ffmagazine diretto da Rossi.

Oltre alla presidenza di Urso, ieri il consiglio della fondazione ha stabilito che il segretario generale sarà Mario Ciampi, segretario amministrativo Rosario Cancilia. Nominati consiglieri Federico Eichberg, Emilio Cremona, Giancarlo Lanna, Ferruccio Ferranti, Giancarlo Ongis, Pietro Piccinetti e Pierluigi Scibetta.

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