Fini: "Sulla Rai il governo può cadere"

Il leader di An pronto a votare con l'estrema sinistra sul nodo Rai. Intanto Ulivo e sinistra radicale tentano un accordo su viale Mazzini. Landolfi: "Quella mozione è fuori legge". I senatori fedeli a Dini: "Non acconsentiremo nessuna mozione"

Fini: "Sulla Rai il governo può cadere"

Roma - La decisione del senatore Lamberto Dini di non aderire al Partito democratico rende "più probabile" una crisi di governo. È l’opinione del presidente di An, Gianfranco Fini, che, conversando con i cronisti a Montecitorio, ha osservato: "È un fatto politico che sicuramente rende più probabile una crisi di governo". "Siamo in campagna elettorale", ha quindi aggiunto Fini riferendosi ai toni più aspri del dibattito politico. "Siamo perennemente in campagna elettorale", ha concluso.

Il nodo Rai "Qual è il problema a votare sulla Rai con la sinistra radicale se presenta una mozione che stigmatizza le scelte di Prodi e l’azione del governo sulla tv pubblica?". Così Gianfranco Fini, leader di Alleanza Nazionale, a proposito del dibattito di domani in Senato sulla televisione di Stato, dove, ragiona, ma "il governo può uscirne male o malissimo, ma non cadrà sulla Rai. Certo è che domani può succedere di tutto - ha concluso Fini - ci sono diverse mozioni di contenuto differente tra loro e con un solo voto di scarto tutto è possibile...".

I senatori di Dini: "No a tutte le mozioni" "Abbiamo finalmente visto le proposte di mozione sulla Rai, che saranno votate domani. Nessuna di loro va nella direzione giusta: sottrarre la Rai al controllo dei partiti. Quel controllo che non giova né alla Rai né alla libertà del sistema italiano dell’informazione". Lo dichiarano i senatori dell'Ulivo Natale D'Amico e Giuseppe Scalera, che ieri hanno presentato il manifesto dei liberaldemocratici con Lamberto Dini. "Votammo contro la riforma fatta dal centrodestra, perché consegnava la Rai ai partiti, e in particolare al centrodestra medesimo - concludono D’Amico e Scalera -. Restiamo contrari a quella riforma; non ci pare una buona soluzione sostituire al controllo del centrodestra quello del centrosinistra. Per questo, le proposte fin qui presentate non sono sufficienti a raccogliere il nostro consenso". 

Fini: "Pronti a votare con l'estrema sinistra" "Domani, come ha scritto qualcuno oggi, il governo o esce male o esce malissimo, ma in ogni caso ne esce. Certo - ha però aggiunto - domani può succedere di tutto: ci sono diverse mozioni di contenuto differente tra loro e con un solo voto di scarto tutto è possibile...". In ogni caso, ha concluso Fini, "domani avremo la conferma di una confusione massima e dell’instabilità che regna in Senato".

Landolfi: "Mozione dell'Unione fuori legge" Quello sottoscritto dall’Unione per la presentazione di una mozione unica "è un accordo scritto sull’acqua", che porta a una "mozione fuori legge perché il Cda della Rai dura in carica tre anni e se c’è una istituzione che può chiederne la revoca quella è la commissione di Vigilanza". Mario Landolfi, presidente della commissione di San Macuto, risponde così all’annuncio dell’accordo della maggioranza di centrosinistra al senato. Quando alla richiesta di 'congelamento' delle nomine, pur avanzata nei giorni scorsi dall’opposizione, Landolfi taglia corto: "Noi abbiamo espresso un auspicio, mettere questo nero su bianco - precisa il presidente della Vigilanza - mi sembra è un evidente forzatura. D’altra parte, è stato sostituito Petroni perché dicevano che la Rai era bloccata. Ora si scrive nero su bianco che la Rai deve essere bloccata".

Angius: "Intesa nell'Unione? C'è ancora da discutere" "La vicenda inerente il Cda Rai è di indubbia rilevanza per una azienda così importante per l’Italia sul piano industriale". Lo afferma il vice presidente del Senato Gavino Angius spiegando che in Senato c’è ancora "molto da discutere" per una posizione comune e un documento condiviso della maggioranza.

"Ascolteremo con attenzione il ministro - aggiunge Angius. Ma le notizie comparse su molte agenzie secondo cui al Senato tra le forze dell’Unione si sarebbe raggiunta una intesa sulla cosiddetta risoluzione della Sinistra radicale non sono fondate".

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