Fini: ultimo discorso da presidente di An "Ora non siamo più figli di un dio minore"

Gianfranco Fini parla all'assemblea di Alleanza nazionale. "La nostra gente ha capito la grande sfida politica del Pdl molto prima di qualche dirigente". E di Napolitano dice: "Le sue parole negli annali della storia della Repubblica". Congresso a fine anno o inizio 2009. Reggenza affidata a La Russa

Fini: ultimo discorso da presidente di An 
"Ora non siamo più figli di un dio minore"

Roma - "Questa è la mia ultima relazione da presidente del partito. Lo dico con emozione non solo personale per i risultati elettorali e per quello che il partito si accinge a fare nei prossimi mesi", con queste parole - pronunciate con emozione - Gianfranco Fini ha aperto l'assemblea nazionale di An dicendo grazie agli elettori che hanno consentito i recenti successi della destra, grazie alla classe dirigente del partito e "ricordando coloro che non sono presenti per vivere questa giornata, penso a Pinuccio, Marzio, Nicola, Almerigo e tanti altri". E' l'ultimo discorso da presidente del partito, per il presidente della Camera che lascia la reggenza a Ignazio La Russa. Ed è un discorso forte, da leader che rimane per tutti il "capo". L'uomo che ha traghetta la destra italiana fino al cuore delle istituzioni e che ha avviato il traghettamento del partito nel Pdl.

"La nostra gente ha capito prima di altri" "C'é un unico sassolino che mi tolgo dalle scarpe nel momento in cui passo il testimone, un'unica puntura di spillo: oggi mi voglio prendere il piccolo lusso di dire che la nostra gente ha capito la grande sfida politica del Pdl molto prima di qualche dirigente che ne ha compreso l'importanza solo dopo aver avuto la sicurezza di essere incluso nelle liste o di avere avuto posto al governo".

Terza carica dello Stato "Parlare della mia elezione alla presidenza della Camera è per me la parte più difficile della mia relazione, quella che mi mette più in imbarazzo perché riguarda la mia persona", ammette Gianfranco Fini quando parla della sua elezione alla terza carica dello Stato, dopo avere elencato i successi della vittoria elettorale di aprile, della vittoria di Alemanno a Roma e della presenza della destra nella squadra di governo. "E' stato detto ed è vero che con la mia elezione alla presidenza di Montecitorio finisce il dopoguerra - afferma - ma quello che è accaduto è per noi qualcosa di maggiore e di diverso. Ricoprire la terza carica dello Stato quando si è consapevoli di essere uomo di parte può far dire che è finito il dopoguerra, ma per noi è anche l'ultimo atto di una intuizione politico-culturale che è stata alla base della svolta di Fiuggi.

"Non siamo più figlio di un dio minore" "Rileggetevi quelle pagine. Il nostro obiettivo, e lo abbiamo centrato, era di mostrare che con il consenso degli elettori saremmo riusciti a far venire meno la nostra minorità ". "Per noi - dice ancora Fini - non è solo finito il dopoguerra. Abbiamo anche ricomposto una frattura, superato un fossato, non siamo più figli di un dio minore, abbiamo riportato la destra ad essere centrale".

"Napolitano? Discorso da annali della storia repubblicana" "Il discorso che ha fatto Giorgio Napolitano, dando dignità a tutte le vittime del terrorismo, senza alcuna distinzione rispetto alla loro provenienza da destra o sinistra è un discorso che merita di essere scolpito negli annali della storia della Repubblica", sottonlia ancora il presidente uscente: parole chiare e inequivocabili, le sue, come lo sono state quelle del Capo dello Stato. "Per noi è stato molto bello registrare come in modo casuale questo sia avvenuto, insieme ai successi politici di questi giorni nel ventennale della morte di Almirante. E' la dimostrazione di una semplice ed evidente verità: si onorano i nostri morti, la nostra politica diventa centrale. E' la dimostrazione che abbiamo davvero vinto".

Congresso a fine anno o inizio 2009 E a prposito del congresso, detta i tempi: "Dobbiamo verificare la possibilità di un congresso a fine anno o al più tardi all'inizio del 2009 per far nascere il nuovo soggetto politico del Popolo della Libertà. Ciò vuol dire soprattutto per me scrivere insieme a Forza Italia statuto e regole, e luoghi delle decisioni politiche della classe dirigente".

Reggenza a La Russa "Il compito del partito è segnato e io affido a La Russa la reggenza perché, affiancato dall'ufficio politico composto da Alemanno, Ronchi, La Morte, Matteoli e Gasparri, cioé il gruppo dirigente degli ultimi due anni, ed immeditamente affiancato da un esecutivo nominato da La Russa procedano per dar vita al Popolo della Libertà ", ha detto Fini dando l'investitura a Ignazio. "La mia ultima direttiva, prima di passare le consegne è che la scrittura dello statuto e delle regole e l'individuazione dei luoghi delle decisioni politiche e della classe dirigente non sia una operazione di vertice ma coinvolga la nostra gente, alla quale bisogna far capire perché si chiede un passaggio ulteriore. La nascita del Pdl non può essere una fusione a freddo, come è stato per il Pd".

"Il Pdl è il compimento di Fiuggi" Fini sprona il suo partito, prima di passare la guida al reggente, a "non fermarsi in corso d'opera nella costruzione del Pdl". "Sono convinto che le condizioni per la nascita del nuovo partito ci siano tutte c'é la volontà degli amici di Forza Italia e di Berlusconi in primo luogo". "Chiedo a voi di lavorare con convinzione - prosegue Fini - perché il Pdl è il compimento della strategia di Fiuggi. An del '94 altro non e' che il Pdl del 2008. Già da allora An era una coalizione di popolo. Quello di oggi per noi è l'ultimo atto e dobbiamo camminare perché, attraverso la nascita del Pdl, si compia l'ultimo tratto di strada e si crei un grande punto di riferimento nel Paese maggioritario e fondato sui nostri valori".

La Russa: "Ma lui resta il nostro capo" Non ho difficoltà ad accettare il mio ruolo che non chiamo di reggente ma di primus inter pares perché comunque Fini resta il leader del partito, il nostro capo". Sono le parole con le quali Ignazio La Russa accetta la proposta di Gianfranco Fini di guidare il partito. "Il nostro ruolo non sarà un ruolo notarile di liquidazione, avremo un ruolo di levatrice di un nuovo soggetto politico", ha detto. "Non si può essere ospiti in casa d'altri. Se lo mettano tutti in testa: questo non succederà mai. An vuole parità di diritti e parità di impegno".

"Comunque noi seguiremo i tuoi consigli - ha aggiunto La Russa rivolgendosi a Fini - perché non sei dall'altro capo del mondo. Avrai un tuo ruolo del Palazzo, ma avrai sempre nel cuore ciò che noi abbiamo nel cuore: il rafforzamento della nostra identità e dei nostri valori in qualunque soggetto politico, meglio se più forte e più vincente"

 

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