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Finiani e Pd contro la Santanchè Lei: strumentalizzate le mie parole

Non si placa la bufera sul sottosegretario all’Attuazione del programma Daniela Santanchè per le sue affermazioni rilasciate lunedì mattina davanti alle telecamere di «Mattino Cinque»: «Le conversazioni tra mafiosi e i loro familiari non devono essere intercettate perché attinenti alla sfera della privacy», avevano detto la Santanchè. Frasi riprese subito dalle agenzie di stampa. «Non ho detto questo - ha sostenuto ieri l’esponente Pdl al “Giornale” -; ho detto che non vanno pubblicate le telefonate in cui uno magari parla del con chi è andato a letto. Ma chissenefrega. Anche se trattasi di un boss». Niente da fare. Il messaggio che il sottosegretario ha più a cuore la privacy dei boss che la verità e la giustizia è passato. Ieri è stata la volta dei finiani e della fondazione vicina al presidente della Camera Gianfranco Fini, Farefuturo. «Frasi sconcertanti - ha detto Fabio Granata, vicepresidente della commissione Antimafia - il governo prenda le distanze». Per Farefuturo, invece, «viene anche da chiedersi quanto sia di destra invocare, come ha fatto la Santanchè, il rispetto della privacy nelle indagini portate avanti per sradicare il cancro mafioso».
Al coro dei finiani si è unito il Pd, che non vedeva l’ora di seminare zizzania nella maggioranza. «I finiani si uniscano alla nostra richiesta ai ministri Maroni e Alfano di valutare se non sia il caso di richiedere le immediate dimissioni del sottosegretario Santanchè per le inaudite dichiarazioni a difesa della privacy dei boss mafiosi», è stata la dichiarazione democrat. Anche D’Alia (Udc) pretende la testa del sottosegretario. «È necessario che il governo, e in particolare il ministro Alfano, ci dica se condivide queste frasi». Poteva mancare la richiesta di dimissioni dell’Italia dei valori? No. «Chiedono tutti la mia testa? Uhhh... Che bell’asse che ha descritto. Critiche strumentali e poi mi creda: parlano i dati. Quali? Solo sul fronte di polizia giudiziaria - sottolinea la Santanchè - con questo governo siamo a più 41%. Arresti, più 40%. Latitanti arrestati più 77%. Beni sequestrati alla mafia, più 125%. Confiscati 360%. Di cosa stiamo parlando?». E le intercettazioni? «Non vogliamo mica toglierle. Vogliamo soltanto evitarne l’abuso.

Siamo o no il Paese che spende di più per le intercettazioni?».

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