RomaMentre il Cavaliere si dedica a testa bassa alla campagna elettorale perché è questo - spiega in privato - il «momento dello sprint decisivo», nel Pdl cè chi ancora preferisce occuparsi delle beghe interne. Al punto che il vicecapogruppo alla Camera Italo Bocchino decide di scrivere di suo pugno un velenosissimo comunicato nel quale prende di mira «una coppia convivente di addetti stampa» del suo stesso partito. Comunicato tanto inopportuno, che alcune agenzie decidono perfino di edulcorarlo alla fonte prima di mandarlo in rete - vedi Agi, ApCom e Adnkronos - perché «a tutto cè un limite». Una lezione di stile.
La vicenda, però, è sintomatica del fatto che Bocchino qualche difficoltà la sta vivendo, perché che un alto dirigente di un partito apra una polemica pubblica (e personale) con «una coppia convivente di addetti stampa» fino a oggi non sera davvero mai visto. Se poi si entra nel merito della precisazione del finiano di ferro - convinto che le cronache dei quotidiani sulla visita a Napoli del Cavaliere siano state veicolate da «veline avvelenate» - basta andarsi a leggere la lunga lista di nomi e cognomi di dirigenti locali che giovedì a Napoli puntavano il dito contro Bocchino. A prendersela con il vicecapogruppo del Pdl, infatti, non sono certo le «veline» ma il capannello che si crea dietro il palco a Napoli. Chiedere conferma al seguente gruppetto (peraltro già citato su questo giornale ieri): Edmondo Cirielli, presidente della provincia di Salerno, Luigi Cesaro, presidente della provincia di Napoli, Nicola Formichella, deputato, Vincenzo Nespoli e Pasquale Viespoli, entrambi senatori.
Il finiano Bocchino a ruota libera: zittito pure dalle agenzie di stampa
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