Un transessuale peruviano di 41 anni, regolare e incensurato, domenica sera ha ucciso il suo convivente nordafricano in un gesto dimpeto, accoltellandolo più volte con un grosso coltello da cucina, in via Varesina 199. Quindi, allarrivo della polizia sul posto - nonostante fosse molto agitato, con gli abiti sporchi di sangue e con alcune ferite su una mano - il trans si è detto estraneo al fatto. «Sono uscito di casa alle 14.30 e rientrando, poco fa, lho trovato qui, lungo le scale, pieno di sangue e agonizzante» ha raccontato agli investigatori della squadra mobile. Tuttavia la sua storia faceva acqua un po da tutte le parti. E nel primo pomeriggio di ieri, interrogato dal pm Grazia Pradella, il sudamericano finalmente ha confessato di essere lautore dellomicidio.
«Il movente è senza dubbio passionale» aveva dichiarato ieri mattina il dirigente della squadra mobile Francesco Messina parlando dellomicidio del tunisino Ezzedine Nefazouri, un 47enne regolare, anche lui incensurato, rinvenuto in fin di vita domenica, una manciata di minuti prima delle 23 e arrivato cadavere al Niguarda.
I due vivevano al secondo piano del palazzo.
«La vittima - ha spiegato Messina - è stata ferita in camera da letto, nel suo appartamento, poi si è trascinata fino al pianerottolo del primo piano. A raccontarlo sono le sue tracce di sangue, che si sono mischiate a quelle del suo assassino, rimasto infatti ferito nella colluttazione. A uccidere il tunisino sono state due profonde coltellate inferte sotto lascella e sotto la clavicola, ma è stato colpito anche a una spalla e alla mano sinistra».
«In 48 ore ci sono stati due morti, nove feriti e 70 stranieri coinvolti in rapine, aggressioni e risse tra loro e in 32 casi i responsabili sono africani in 15 sudamericani, in 12 rom romeni» denuncia il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato, sottolineando come «la città stia diventando il ring privilegiato di accoltellamenti tra gang stranieri, di regolamento di conti a mezzo di coltelli, aggressioni e violenze».
«Ovviamente quando certi numeri diventano ingovernabili il rischio è che, soprattutto nelle periferie, si scatenino comportamenti xenofobi - continua De Corato -. È importante per questo gli inquirenti agiscano insieme per dare unefficace risposta a questo preoccupante fenomeno».
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