Barbara Catellani
Una boccata d'ossigeno arriva al Carlo Felice appena in tempo per mitigarne la salute malferma. È di ieri pomeriggio infatti l'ingresso ufficiale di Finmeccanica nel Consiglio di Amministrazione del Teatro in qualità di Socio Fondatore - il secondo Socio privato accanto alla Fondazione Carige - con un contributo indispensabile alla ripresa finanziaria dell'ente lirico genovese. Una prospettiva senz'altro più rosea per il bilancio e un sospiro di sollievo per l'immediato futuro della stagione artistica; una volta di più l'evidenza di quanto indispensabili siano i finanziamenti extra statali per la sopravvivenza di istituzioni di primaria importanza nella vita quotidiana dei cittadini. A più di due milioni di euro (ad essere precisi 1.102.000 euro all'anno per due anni), pari all'otto per cento del finanziamento statale, ammonta la generosa cifra che decreta a titolo di legge l'ingresso del Gruppo Finmeccanica nella grande Fondazione musicale genovese, per altro già presente tra i Soci grazie al cospicuo contributo versato al momento della privatizzazione. Un consolidamento dell'attivo ruolo sociale della holding nella nostra regione - in cui è storicamente presente con le aziende genovesi Ansaldo STS, Ansaldo Energia, Elsag e Selex Communications, cui si aggiungono Oto Melara a La Spezia e la nuova sfida Ansaldo Nucleare con sede a Genova - che ribadisce fra l'altro la sua partecipazione alla vita culturale della Liguria, accanto agli ottimi rapporti stabiliti con l'Università cittadina e sulla scia dei recenti contributi a Genova 2004 Capitale Europea della Cultura, al Festival della Scienza e alla mostra «Tempo Moderno» organizzata a Palazzo Ducale in occasione del centenario della Cgil. Un gesto non isolato, quindi, che vuole mettere in luce come il ruolo di un'azienda non possa prescindere dal contesto formativo e culturale del territorio in cui è inserito. «Entriamo per la prima volta con un accordo così strutturato in un Ente Lirico - ha affermato in conferenza stampa il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini - nonostante il nostro Gruppo si adoperi già da tempo a livello nazionale nel settore artistico e musicale, in particolare collaborazioni importanti abbiamo avuto con l'Orchestra Toscanini e con l'Accademia Santa Cecilia. Ci auguriamo che l'intesa con uno dei più importanti Teatri lirici italiani porti ad una crescita stimolante per entrambe le parti».
E questo è ciò che si augura anche il Sovrintendente Gennaro Di Benedetto, presente accanto a Guarguaglini e in pieno accordo con il Presidente della Fondazione Teatro Carlo Felice Giuseppe Pericu e il Presidente della Regione Claudio Burlando. «È fatto realmente significativo che venga nominato all'interno del Consiglio di un teatro un nuovo Socio Fondatore - ha commentato Di Benedetto - e questo è motivo d'orgoglio e di speranza per la vita culturale della nostra città. Per quanto riguarda la nostra Istituzione, ci adopereremo per tutelare la continuità di questo rapporto consolidato e affinché molteplici siano gli appuntamenti di interesse comune, proprio all'interno degli spazi del teatro, che potranno ospitare anche meeting e convention internazionali. Del resto ormai, che piaccia o no, la macchina teatrale funziona come un'azienda, che basa la propria sopravvivenza, come l'industria, sulla sperimentazione e l'innovazione, e questo può essere un ulteriore punto di contatto».
Un sospiro di sollievo per il Carlo Felice? Per i prossimi due anni forse sì, ma ancora si attendono segnali dal nuovo governo in carica, sperando in un ripensamento del ruolo della cultura italiana, che moderi le decisioni varate dall'ultima finanziaria in materia di spettacolo; solo così si potrebbe guardare con ottimismo ad un arricchimento e ad una crescita, anche qualitativa, delle prossime stagioni. Altrimenti le preziose risorse ottenute non potranno che essere destinate alla mera sopravvivenza.
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