Finmeccanica non teme la Libia. E i conti tengono

Marginali gli ordini di Gheddafi: 800 milioni su 48,7 miliardi. Il 2010 chiuso con redditività in linea e dividendo di 41 centesimi. L'ad Guarguaglini esclude contrasti con Tremonti e non commenta una possibile riconferma: "Sono assolutamente tranquillo"

Roma La crisi libica non peserà sui conti Finmeccanica, le commesse di Tripoli già a bilancio e in larga misura coperte da anticipi valgono per 800 milioni di euro su un portafoglio ordini di 48,7 miliardi di euro, che copre due anni e mezzo di attività: lo dice il presidente e amministratore delegato Pier Francesco Guarguaglini commentando il bilancio 2010 e le prospettive per l’anno in corso. Per il 2011 la Libia vale 250 milioni di euro di ricavi, aggiunge Alessandro Pansa, direttore finanziario. Certo la situazione in Libia congela un accordo governo-governo nel settore della difesa e sicurezza da almeno 2,5 miliardi che al Giornale risulta fosse giunto alle battute finali. E se la destabilizzazione dovesse toccare anche altri Paesi, come quelli del Golfo o l’Algeria o l’Arabia Saudita «il quadro cambierebbe notevolmente» ha detto Guarguaglini.
Guarguaglini non commenta sulla sua possibile riconferma alla guida del gruppo «sono assolutamente tranquillo» dice il manager aggiungendo «non è vero che io sia in contrasto con il ministro dell’Economia (e azionista di controllo di Finmeccanica) Giulio Tremonti «io stimo il ministro e credo che il ministro stimi me». I giochi sono in corso, la decisione sul vertice di Finmeccanica rientra nella più complessa partita del rinnovo degli incarichi dei principali gruppi a controllo statale, a partire, da Eni, Enel, Terna, ma anche sull’allargamento del governo. E in seno al governo le posizioni sono diversificate. La possibilità che Guarguaglini possa restare alla guida di Finmeccanica, almeno come presidente con responsabilità strategiche appare credibile, anche perché Guarguaglini non è stato coinvolto nelle vicende giudiziarie che interessano marginalmente società e manager del gruppo, mentre non sembra esserci reale interesse a cambiare il modello organizzativo e la struttura della società. Guarguaglini dice «quando mi arriverà una proposta la valuterò». Quanto ai conti, Guarguaglini aveva detto che il 2010 sarebbe stato un anno difficile e proprio per questo le previsioni finanziarie erano state molto prudenti. I risultati del bilancio approvato dal consiglio di amministrazione migliorano le stime di inizio anno. I ricavi aumentano del 2,9% a 18,6 miliardi di euro, il risultato operativo (Ebita Adj.) rimane costante a 1,59 miliardi e il flusso di nuovi ordini tocca quota 22,4 miliardi (+6,4%), gli investimenti in ricerca e sviluppo superano i 2 miliardi di euro, con un aumento del 2,4%. L’indebitamento è costante 3,1 miliardi di euro rispetto a 3,07 miliardi e quindi è meno pesante su un volume di attiva aumentato. Però rispetto al 2009 gli utili netti scendono del 20% a 557 milioni di euro, anche per via dei costi di ristrutturazione e la generazione di cassa scende del 21% a 443 milioni di euro. Nondimeno, Finmeccanica ha confermato il dividendo, 0,41 centesimi per azione. In tutto Finmeccanica ha superato senza traumi il 2010 e prevede una crescita nell’anno in corso, con ricavi tra 18,3 e 19 miliardi di euro, un risulto operativo di 1,5-1,6 miliardi e un avanzo di cassa tra 4 e 500 milioni di euro.

La redditività crescerà perché, come ha detto Alessandro Pansa, l’indebitamento a fine 2011 sarà inferiore a 2,5 miliardi di euro: innanzitutto questo accadrà con la vendita di una quota di Ansaldo Energia e poi con lo spin-off immobiliare che permetteranno di ottenere 5-600 milioni di euro «e ulteriori operazioni per 3-400 milioni di euro sono in preparazione», ha aggiunto Pansa.

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