«Mettila fuori, Finocchio. Mettila fuori». Questa frase è costata l'espulsione a Paolo Magnani, allenatore della primavera del Bologna nel derby di sabato con il Parma. L'arbitro Donati aveva pensato all'insulto a sfondo omofobo a un giocatore avversario, neanche sapeva che il casertano Francesco Finocchio si chiamasse proprio così. Al 93' era a terra lo spagnolo Manuel Gavilan: il tecnico, che in agosto alla guida della prima squadra, nellinterregno tra Colomba e Malesani, fermò lInter sullo 0-0, si alza dalla panchina e urla al centrocampista del Parma di spedire la palla in fallo laterale. Finocchio lo accontenta fermando la ripartenza veloce ma fa arrabbiare anche il proprio mister, Tiziano De Patre: «Ma cosa dai ascolto a quello?». Espulsi entrambi gli allenatori, inutili i tentativi di spiegazione.
Finisce 2-2, negli spogliatoi Mantovani, capitano rossoblù, chiede all'arbitro il perchè del rosso al suo allenatore e Doveri imperturbabile risponde: «Cosa faresti se a te dessero del finocchio?». «Guarda che è il suo cognome», la replica. Il direttore di gara resta impietrito: «Ormai il danno è fatto, sarò leggero nel referto». In effetti Magnani non è stato squalificato e questo avvalora la ricostruzione fatta dal Bologna.
Francesco Finocchio, il protagonista involontario dellincidente, è stato in nazionale under 17, come attaccante, adesso gioca a centrocampo e in under 19. «Vive il suo cognome senza problemi - assicura De Patre -, è un ragazzo solare, veramente a modo». Che può far carriera a dispetto della facile ironia.
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