Fiorani, Gnutti, Consorte: un trio da 50 milioni

Le operazioni di Unipol sarebbero state finanziate da linee di credito concesse dalla Banca popolare italiana

Gianluigi Nuzzi

da Milano

La scalata ad Antonveneta è stata solo una delle operazioni finanziarie, uno degli assalti a grandi società, studiato e compiuto da un’insolita e potentissima alleanza trasversale: Gianpiero Fiorani, il banchiere che dava gli affidi, Chicco Gnutti, l’imprenditore bresciano che guidava la finanziaria di partecipazioni Hopa e, attenzione, Giovanni Consorte, amministratore delegato di Unipol. Che guadagnava in proprio. È questo il quadro che starebbe emergendo a Milano. Un intreccio d’affari, finanziamenti, operazioni immobiliari e plusvalenze su titoli che la «santa alleanza» come l’ha già ribattezzata qualcuno in tribunale, compiva ben prima dell’inverno scorso, quando mosse i primi passi la scalata ad Antonveneta. E quest’ultima potrebbe essere solo «un concertino nel concerto», un episodio, importante, ma non unico. Affari che ora la Guardia di finanza, il nucleo provinciale di Milano, sta ricostruendo con maxi tabelle di riferimento.
La tesi portata avanti dall’accusa è questa: già alla fine del 2001 Gnutti-Fiorani-Consorte erano attivi. Soci occulti ma con mire espansionistiche. Attraverso speculazioni in Borsa, acquisti di azioni su cui, questo è l’ipotesi, venivano realizzate ricche plusvalenze personali.Con frenetiche compravendite immobiliari tra Gnutti e Consorte, interponendo Marino Ferrari, il prestanome di fiducia di Fiorani, come «cuscino» fiduciario. Parecchi affari, quindi, ben superiori a quei 10 milioni di euro di plusvalenze su operazioni no risk che sarebbero stati incassati da Consorte grazie agli utili garantiti da Bpi. Gli affari sarebbero assai più consistenti. Si parla di 45-50 milioni di euro.
Per capire come funzionava il meccanismo conviene partire proprio dall’ultima vicenda. Appunto, Antonveneta. Come noto, gli inquirenti avevano scoperto finanziamenti a Gnutti e alle sue società erogati da Bpi per comprare azioni della banca padovana. Ora approfondendo i conti intestati a Consorte è venuto fuori dell’altro. Anche Unipol avrebbe ricevuto linee di credito per acquistare azioni Antonveneta con denari di Bpi. E questo andrebbe inserito nell’aumento della partecipazione quando prima dell’assemblea a Padova del 30 aprile scorso Holmo spa, attraverso la controllata Unipol, comunicò di esser passata dal 2,1% al 3,7% di Antonveneta. I metodi per far arrivare i soldi a Consorte, sia nella scalata padovana, sia in altre operazioni precedenti, erano diversi.
Oltre alle plusvalenze di Bpi per Consorte, spuntano anche triangolazioni. Fiorani dà l’affido a Consorte, questo compra azioni al mercato telematico, poi le rivende alle società di Gnutti a prezzi concordati, al mercato dei blocchi, facendo spendere di più a Gp Finanziaria, Ma garantendo così robuste plusvalenze a Consorte. Si tratta di uno scenario completamente nuovo. E ancora da decifrare.

Vi sono operazioni apparentemente inspiegabili come passaggi di denaro da Gnutti a Fiorani o da Consorte a Fiorani. Che andranno riletti quando si avrà un quadro più completo. Potrebbe essere andata così anche l’uscita da Telecom Italia quando venne ceduto il pacchetto di azioni Olivetti.

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