Elezioni Amministrative

FIRENZE/ Galli porta Renzi ai supplementari In riva all'Arno la sinistra è nel caos

Dopo 15 anni di amministrazioni di sinistra, in riva all'Arno si respira un'aria nuova. La città si è svegliata con il Pd ridotto al minimo storico da quando si chiamava Pci (il 35,3 per cento, -14% rispetto a un anno fa) e con l'Obama bianco Matteo Renzi costretto a una faticosa prova d'appello nel secondo turno. Il candidato civico Giovanni Galli, ex portiere della nazionale, appoggiato dal Pdl, ha raggiunto quota 32% e in prospettiva può contare anche sui voti moderati dispersi su Udc, Lista Razzanelli e altri movimenti.

Discorso opposto per Renzi che si è detto «deluso» dal primo turno (si è fermato al 47,6%) e pur chiedendo i voti a tutti (dall'Udc a Rifondazione) ha detto di non cercare apparentamenti: «I partiti della sinistra che non mi hanno appoggiato al primo turno sono quelli del no, con loro nessun dialogo», ha detto Renzi. La risposta dell'ex ministro Valdo Spini, sostenuto anche da Rifondazione, non si è fatta attendere: «Renzi continua nei suoi attacchi strumentali e parla di respingere accordi che nessuno gli ha proposto».

Insomma, sulla strada di Renzi - che da grande sogna di fare il leader nazionale del Pd - il caos è totale. Intanto, Galli rilancia la sfida e chiede tre faccia a faccia, l'ultimo dei quali proprio dentro Palazzo Vecchio, sede del Comune. «Dagli elettori - ha detto il candidato sostenuto dal Pdl - è venuto un messaggio importante: c'erano due liste rispettivamente con i nomi di Galli e Renzi, e la mia ha conquistato il 9%, l'altra poco più del 5%. Sono rimasto sorpreso del risultato eclatante della mia lista, che è il terzo partito di Firenze».

E non è un risultato da poco visto che al ballottaggio non esisteranno più centrodestra e centrosinistra ma solo due candidati - Galli e Renzi appunto - con le loro promesse e la loro credibilità di fronte ai fiorentini.

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