Firenze «Mi davano del gay e li ho ammazzati a coltellate»

Ha ucciso i suoi due connazionali a coltellate, trafiggendoli per strada, nel centro di Firenze perché esasperato da continue derisioni: lo «accusavano» di essere omosessuale. E lo perseguitavano da anni. Così, Chaminda Atula Kumara Hetti Arachchige, cingalese di 35 anni, ha spiegato il motivo del duplice omicidio. Anzi nelle sue intenzioni, erano tre le persone da colpire, per mettere fine al suo tormento, i tre connazionali che da anni, a suo dire, lo deridevano. Il 35enne svolgeva la professione di badante: aveva assistito per alcuni anni un anziano solo, che alla sua morte, nel 2008, gli aveva lasciato la sua casa e tutti i beni. Per questo motivo, «per invidia», come ha detto l’omicida confessando il delitto, in alcuni ambienti della comunità cingalese fiorentina era nato una sorta di risentimento nei confronti del loro connazionali. I militari sono arrivati a lui grazie a una serie di testimonianze raccolte sul luogo del delitto e in particolare delle persone della comunità cingalese conoscevano il 35enne con un soprannome, e questo ha consentito ai carabinieri di arrivare in poche ore all’abitazione del sospettato, e ad arrestarlo.


Secondo quanto ricostruito, lo straniero avrebbe avuto una lite in una rosticceria e in un internet point di via del Moro con le due vittime; l’uomo dopo essere andato a casa a prendere un coltello è tornato in strada e qui ha vibrato tre fendenti a uno dei due malcapitati e altre quattro coltellate alla seconda vittima, raggiungendo in entrambi i casi gli organi vitali.

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