Una divertente questioncella ha messo a nudo le meningi dei soliti firmaioli de’ sinistra che passano per intelligentoni. Grazie alla vivisezione sono emerse due cose: l’encefalogramma è piatto e la malafede somma.
A migliaia avevano aderito all’appello in difesa di Repubblica querelata dal Cav per le dieci domande su Papi. Un plotone unito da incontenibile indignazione per il Berlusca presente alla festa di Noemi e per le scappatelle con la nota escort. Nel sottoscriverle, gli intelligenti avevano fatto proprie le domande. Nove erano incentrate sull’alcova del Cav, la decima poneva questo interrogativo: «Alla luce di tutto ciò, quali sono, signor presidente, le sue condizioni di salute?». Ossia è - come noi scalfariani pensiamo - da ricovero in cliniche per erotomani o ritiene di potersene andare liberamente in giro?
Bene, gli stessi parrucconi stanno ora firmando a frotte la petizione per Roman Polanski, il regista arrestato a Zurigo per avere fatto la festa a una tredicenne. Nel ’77, all’età di 44 anni, Polanski - secondo l’impareggiabile puntigliosità dei documenti giudiziari - sodomizzò la minorenne dopo averla imbottita di droghe per meglio disporla alle sue voglie. Il regista ammise e patteggiò. Ma invece di scontare la pena fuggì e prese la cittadinanza francese.
Ora, di fronte all’arresto tardivo, è un coro mondiale di solidarietà verso l’anziano Roman che rischia di essere estradato e languire in qualche carcere yankee. Da noi, sono in prima fila Placido, Tornatore, Sorrentino, Monicelli, l’intera intellighenzia del ciak, gli impegnati in genere.
Anche a me, Polanski fa pena. Ma io non ho firmato gli appelli per rinchiudere il Cav in manicomio. I sopracitati, sì. Due pesi e due misure: moralisti e spietati con lui che è andato alla festa di una diciottenne e ha passato una notte con una navescuola quarantenne; fricchettoni e buonisti col regista che ha fatto quello che gli passava per la testa con una di 13 anni. La contraddizione è insanabile. Sentite infatti come si arrampicano sugli specchi i pretesi cervelloni.
Il più abile è stato Paolo Sorrentino, regista del Divo (alias Andreotti). «Ho firmato, consapevolmente, entrambi gli appelli - ha detto - ma non voglio commentare». Furbo, ma almeno non ha fatto la figura del fesso. Resta - e per sempre - la quintessenza dell’impunito. Per Placido, Polanski è «un grande artista» e questo basta per perdonargli lo stupro. Il Cav non lo è. Merita perciò la gogna perché si fa chiamare Papi dalla leggiadra Noemi. Per Tornatore - tenero autore di Nuovo cinema Paradiso - Polanski ha 77 anni e a «un uomo della sua età va risparmiata la sofferenza». Di Berlusconi, 73 anni, chisseneimpipa, si assuma le sue responsabilità per avere deflorato la madamina di Bari. Per la giornalista del Manifesto, tale Maria Ciotta, il merito di Roman è avere ammesso la violenza alla tredicenne. Il Cav invece non ha risposto alle dieci domande e, quanto a lei, ha la certezza che gatta ci cova. Il fatto che abbia giurato in tutte le salse (errore fatale: doveva limitarsi a una risata, ndr) di non avere mai toccato una minorenne, a Ciotta fa un baffo. Semo de' sinistra e c'avemo le idee nostre. Così, tra reo confesso di una porcheria e presunto colpevole di mandrillate, le simpatie della signora vanno al verro.
Tra tutti, quello che però si è scoperto di più è stato Mario Monicelli. Reso ardito dall’età quasi centenaria, il regista ha spalancato il suo cervello consentendone l’ispezione. Perché salva Polanski e condanna il Cav? gli ha chiesto il Riformista in un’intervista. «Sono due persone completamente diverse», ha premesso il vispo rudere e ha aggiunto: «Berlusconi non ha le qualità di sensibilità di Polanski, non si rivolge a uomini e donne, ai loro animi, ai sentimenti, come il regista. Il Cavaliere ha rapporti di potere con la società». Che c’entra? Avrebbe potuto obiettare a questo punto il Riformista - che ha invece taciuto - il Cav avrà anche potere ma non stupra. Lo ha fatto invece il suo sensibilissimo Polanski che non so come si comporti con gli uomini, gli animi e compagnia ma con le donne lo sappiamo entrambi: le droga e sodomizza. Preso alla sprovvista, il matusalemme avrebbe ripetuto quello che ha effettivamente detto in un altro passo dell’intervista, ossia che lui vuole la libertà di Roman perché «è un artista di valore e io ho fatto il primo film con sua moglie».
Firmano come hanno sempre firmato: perché lesti di mano e piatti di cervello.
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