RomaSi è respirata aria di tempesta fin dalle prime battute del presidente Paolo Buzzetti ieri mattina al Palazzo dei Congressi dellEur a Roma nel corso dellassemblea dellAnce (associazione nazionale dei costruttori edili).
Nel suo discorso introduttivo Buzzetti tuona contro i ritardi della Pubblica Amministrazione nei pagamenti, criticando poi aspramente anche il dl Sviluppo. E poi snocciola dati non proprio felici fermando laccento sullemorragia di 230mila posti di lavoro persi negli ultimi 12 mesi. Quando è toccato al ministro Altero Matteoli parlare a nome del governo si sono alzati alcuni contestatori dal fondo della platea. In un clima teso il responsabile delle Infrastrutture è stato fin da subito bersaglio di fischi e urla di contestazioni, mentre Matteoli assicurava che di «soldi non ce ne sono». Il ministro ha continuato a spiegare che il finanziamento sarà indiretto e avverrà attraverso la defiscalizzazione. «Insomma - taglia corto tra le urla dei contestatori -, le risorse indirette sono pur sempre risorse». Dalla platea a quel punto si sono alzati alcuni contestatori al grido: «Usciamo, vergogna, basta!». «Mi rendo conto - ha poi commentato Matteoli- del momento difficile. Sono abituato a ben altro». Tra i più accesi contestatori si segnala Sandro Catalano, presidente dei giovani costruttori di Trapani che afferma: «Qui non cè niente per il futuro, per la crescita. Le imprese rischiano di fermarsi». A cavalcare la protesta arrivata poi la nota di Italo Bocchino (Fli) che gongolante commenta: «È ormai evidente che il Pdl ha rotto definitivamente con il suo blocco sociale di riferimento». Lo smentisce prontamente un suo ex compagno di partito che ieri era al Palazzo dei Congressi. «I contestatori del ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli - spiega il sindaco di Roma Gianni Alemanno - erano cinque: la maggior parte delle persone invece si è fermata in sala ad ascoltare il discorso del ministro». Anche Alemanno è stato interrotto durante il suo intervento.
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