Fischi razzisti a Cagliari. E l’arbitro ferma la partita

«Qui non si gioca, se sulle tribune non smette l’ululare contro Eto’o», ha detto ieri Paolo Tagliavento, arbitro di Cagliari-Inter. È successo dopo 2 minuti e 58 secondi di partita: fischio e tutti fermi. Due minuti di interruzione prima di ricominciare

Ricorderà mai, Josè Mourinho, quel signore (leggasi ovviamente arbi­tro) al quale fece il gesto delle ma­nette? L’operato del poveretto (car­tellini rossi a Cordoba e Samuel), scandaliz­zò lui ed anche l’Inter. E allora cosa avrebbe detto ieri quando, quello stesso signore, ha fischiato e tutti fermi. Perché mai? «Qui non si gioca, se sulle tribune non smette quel­l’ululare contro Eto’o », ha detto il signor Pao­lo Tagliavento, anni 38, fischietto della sezio­ne di Terni, tutt’altro rispetto a quel «secon­dino » immaginato da Mou. Oggi è l’uomo che per la prima volta in Italia si è opposto al razzismo sulle curve, regolamento alla ma­no. «Buuh!» razzisti, aveva annunciato con buon tempismo la telecronaca televisiva. Palla a Eto’o e partono gli ululati. Storie di naturale inciviltà nel nostro mondo del cal­cio, quindi anche nell’isola dei sardi che,per storia, sono pur abituati a mischiarsi con raz­ze e popoli di lontana provenienza. E non co­noscono il razzismo, come sostengono Celli­no e l’allenatore Bisoli. Il campione del Ca­merun, fra l’altro, ha già vissuto qualcosa di simile in Spagna: e non ascoltò inerme. Va aggiunto che Eto’o,al passivo,ha la sto­ria di una bimba, Annie, avuta da una ragaz­za sarda e riconosciuta solo con la prova del Dna nel 2004: pare non le rivolga affettuosità paterne, come racconta la madre. Magari qualcuno ci ha pensato. Però il «buuh!» è un segnale universale e l’arbitro,dopo 2 minuti e 58 secondi di parti­ta, non ha atteso un attimo di più. Fischio e tutti fermi. Impavido come lo fu davanti al gesticolare di Mou. Due minuti di interruzio­ne prima di ricominciare, annuncio tramite l’altoparlante dello stadio Sant’Elia.«Se non la smettete non si gioca più. Basta cori razzi­sti ». E lo stadio ha capito. Do you remember Balotelli? Vogliamo an­cora chiederci: se un nero può essere italia­no? Oppure se i «buuh!» erano razzisti o di timore per un avversario? L’anno passato, proprio a Cagliari, identiche trovate vocali, contro Eto’o e Supermario, fecero infuriare Moratti. Qui saremmo caduti nella solita commedia degli equivoci. Invece arbitro e quarto uomo hanno dato una bella prova di forza. Finalmente qualcuno che fa rispetta­re le regole. L’ultima storiaccia di Genova avrà certo influito, e chi voleva intendere avrà inteso. Lady Bedy Moratti ha tenuto fede al rango, complimentandosi per la decisione.

«Noi dell’Inter,purtroppo,ci siamo abituati a que­sti ululati, ma è la prima volta che l’arbitro prende una posizione così netta. Fa piacere vedere che un arbitro applica le regole così tempestivamente». Ecco, allora la signora faccia inviare un video a Mourinho. Così, al­meno lui, troverà una chiave per togliersi le manette. 

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