Fisco Bruxelles: lo scudo non viola le norme europee

Lo scudo fiscale italiano non viola la direttiva europea sull’antiriciclaggio. Lo ha detto all’agenzia Reuters Oliver Drews, portavoce del commissario al Mercato interno Charlie McCreevy.
«La Commissione europea ha avuto un altro meeting con le autorità italiane la settimana scorsa riguardo le questioni relative alla libera circolazione dei capitali e alle norme relative all’antiriciclaggio. Non ci sono elementi di conflitto tra il decreto italiano e le regole comunitarie», ha detto il portavoce.
La legge italiana prevede che alle operazioni di emersione fatte con lo scudo fiscale non si applichi l’obbligo di segnalazione delle operazioni sospette. Gli obblighi restano però intatti per tutti i reati non sanabili, come i reati di mafia e di finanziamento al terrorismo.
La questione era stata sollevata nei giorni scorsi da tre europarlamentari del Pd - Gianni Pittella, Leonardo Domenici e Gianluca Susta -: in una interpellanza alla Commissione di Bruxelles avevano chiesto se nello scudo fiscale italiano non si ravvisasse un mancato rispetto della normativa comunitaria del 2005. Un timore subito dissipato dal direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli: «Non mi risulta. Siamo in contatto con la Commissione europea.

Siamo tranquilli», aveva replicato, riferendosi appunto all’esito positivo dell’incontro tenutosi la scorsa settimana tra i tecnici delle direzioni generali Mercato interno e Fisco e i rappresentanti del Tesoro proprio per discutere dello scudo fiscale.

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