Roma - Il governo Berlusconi IV incassa la sua prima fiducia, sul decreto legge in materia fiscale, dopo 48 giorni dal giuramento. Il maxi-emendamento, blindato dall'Esecutivo con quella che è stata definita una 'fiducia tecnica' dal leghista Roberto Cota rispetto all'elevato numero di emendamenti presentati dall'opposizione, è passato alla Camera con 326 sì, 260 no e tre astensioni. Alla fine, a Berlusconi non sono mancati i voti a favore dell'Mpa. I deputati del movimento del governatore della Sicilia Raffaele Lombardo avevano inizialmente minacciato il loro voto contrario o l'astensione, lamentando una decurtazione dei fondi per le infrastrutture nel Sud; ma sono 'tornati all'ovilé dopo che il governo ha assicurato il recepimento di un ordine del giorno che garantirà l'erogazione di quelle risorse economiche per le regioni meridionali.
Dunque, un voto senza colpi di scena. Con la maggioranza impegnata a difendere la bontà del decreto legge, "che coniuga stabilità finanziaria, crescita economica e coesione sociale", e l'opposizione che contesta al governo la scelta di 'blindare' il provvedimento: chiudendo la porta a ogni forma di confronto "perché se si fossero votati gli emendamenti si sarebbero persi per strada pezzi di maggioranza", ha contestato Marina Sereni del Pd. E contro il governo ed il provvedimento vota "questa volta con dispiacere" anche l'Udc, con Michele Vietti che accusa l'esecutivo di "non avere il respiro lungo". Antonio Di Pietro, protagonista di un ennesimo botta e risposta con il presidente della Camera Gianfranco Fini, ha annunciato la partecipazione dell'Idv per l'8 luglio alla manifestazione "di pubblica informazione contro i fatti e misfatti dei primi cento giorni di governo".
Nella maggioranza, Roberto Cota (Lega) approva la scelta di porre la fiducia sul decreto fiscale "per tempi certi e celeri su un provvedimento da cui la gente, con il taglio dell'Ici, la rinegoziazione dei mutui e la detassazione degli straordinari ottiene solo vantaggi". E Fabrizio Cicchitto (Pdl) ricorda come il testo "garantisce la coesione sociale, dando alle famiglie il doppio di quello che ha dato il governo Prodi, il che non è poco se si considera al difficile situazione economica internazionale".
Infine, un accenno alla lettera con cui il capo dello Stato ha paventato il rischio di un ingorgo parlamentare determinato dai decreti legge da esaminare prima della pausa estiva. "E' un ulteriore stimolo a metter mano alla riforma dei regolamenti parlamentari", ha ribadito il capogruppo del Pdl.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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