Fisco, maggiori imposte accertate: +13,6% in 5 mesi

Genova - Le maggiori imposte accertate nei primi 5 mesi del 2007 sono cresciute del 13,6% a 3 miliardi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Lo ha detto Massimo Romano, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ricordando che nei primi cinque mesi del 2006 le maggiori imposte accertate ammontavano a 2,6 miliardi. Gli importi riscossi al 30 giugno a seguito di accertamento con adesione, acquiescenza e conciliazione giudiziale sono passati a 489 milioni da 390 del 2006, per una crescita del 20,6%.

In tre anni 3mila assunzioni per controlli Assunzione straordinaria nel triennio di 3000 laureati da destinare interamente all’accertamento, così da avere il 52,8% dei dipendenti impegnati in attività di controllo a fronte dell’attuale 41,8%. È questo uno degli aspetti del piano di sviluppo dell’Agenzia delle Entrate. Secondo Romano «al reclutamento straordinario va aggiunto il rimpiazzo parziale per turn over di 2100 unità (500 delle quali assunte a fine anno) a fronte delle 3100 uscite previste». Il piano prevede inoltre una riduzione dei dipendenti dell’area servizi dall’attuale 33,3% al 26,2% e degli addetti alle attività di governo e supporto che passano dal 17,3% al 13,8%.

"Dobbiamo poter licenziare i dipendenti corrotti" La possibilità di ricorrere a sanzioni amministrative, compreso il licenziamento, nei confronti dei dipendenti corrotti, «senza attendere l’esito del processo penale» è prevista dal piano strategico triennale di sviluppo dell’Agenzia delle Entrate, presentato stamani a Genova dal direttore dell’Agenzia Massimo Romano davanti al vice ministro dell’economia Vincenzo Visco. «Niente privilegi e più diritti», ha sintetizzato Romano per quanto riguarda la politica per i dipendenti. «L’Agenzia - ha detto Romano - è tra le amministrazioni pubbliche quella che più direttamente, per la sua missione istituzionale, deve farsi carico dell’onere di favorire la tax compliance, deve porsi il problema se non sia venuto il momento di cominciare a cambiare, intanto al proprio interno, regole che molto hanno contribuito a danneggiare la reputazione del lavoro pubblico per i comportamenti deteriori che hanno favorito e per gli effetti negativi che ne sono scaturiti sull’efficienza dei servizi». Quindi, secondo il direttore dell’Agenzia delle Entrate, si propone in primo luogo il licenziamento dei corrotti, o la possibilità di ricorrere a sanzioni amministrative, senza attendere l’esito del processo penale.

E poi misure per «limitare l’impatto negativo dell’uso distorto del part time, le abnormi assenze per malattia, l’abuso di norme previste a tutela di gravi disagi personali e familiari». «Sarebbe - ha concluso - un segnale di serietà. Oltre al recupero di produttività, vi sarebbe un ritorno su almeno due fronti: quello della reputazione interna e quello della reputazione esterna».

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