Il fisco strangola le piccole e medie aziende

Più sostegno alle piccole e medie imprese, e soprattutto una politica fiscale più coerente con lo stato di difficoltà di aziende che, proprio per le loro minori dimensioni, sono alle prese quotidianamente con i forti problemi del mercato: a chiederlo con particolare incisività è Riccardo Garrone, nella sua qualità di presidente di Capitalimpresa, società nata per iniziativa di Confindustria Genova e di un gruppo di esponenti del mondo economico ligure per affiancare le piccole e medie aziende nel loro processo di sviluppo. «Un’impresa che inizia a operare sul mercato - spiega Garrone, affiancato dall’amministratore delegato Guido Testa - dovrebbe essere detassata completamente per almeno tre anni». La realtà attuale va al contrario: il fisco impedisce il rafforzamento delle imprese tassandole sin dal primo esercizio, alla stessa stregua di quelle già affermate. In questo modo, «un imprenditore che ha un buon prodotto, o evade subito il fisco oppure muore. Perché se si rivolge alle banche per pagare le tasse non è una buona cosa». Tra tassazione d’esercizio e anticipi su quello successivo - aggiunge Testa - viene infatti drenato dal fisco il 120 per cento circa del risultato economico, creando immediata difficoltà e pregiudizio alla sopravvivenza stessa dell’ impresa.
Da qui, la funzione di Capitalimpresa, sorta di merchant bank che, in tre anni di attività, ha visto salire fino a 32 il numero delle aziende liguri partecipate. L’ultimo esercizio (luglio 2006-giugno 2007) ha visto il concretizzarsi di nove operazioni, cui se ne sono aggiunte negli ultimi tre mesi altre tre. «L’affiancamento da parte di Capitalimpresa - sottolinea ancora Garrone - avviene sia attraverso l’acquisizione di partecipazioni stabili nel capitale delle aziende, sia con la fornitura di servizi personalizzati di consulenza aziendale. Le nostre partecipazioni sono prevalentemente minoritarie ma durature». Oscillano, precisa ancora Testa, da un minimo del 9 per cento a un massimo del 40. Solo in un caso è stato raggiunto il 60. Alle aziende viene anche assegnato un «Business angel», titolare o ex titolare di impresa, manager in attività o in pensione, che dispone di mezzi finanziari, anche limitati, di una buona rete di conoscenze, di una solida capacità gestionale e di un buon bagaglio di esperienza. Tutto questo viene messo a disposizione dei nuovi giovani imprenditori.

In chiusura, Testa annuncia anche la «stretta finale»per un accordo con «una grande multinazionale che ha acquisito un’azienda ligure e, anziché delocalizzarla, ha deciso di mantenere l’attività in Liguria.
Nel frattempo, per Capitalimpresa i conti tornano in tutti i sensi: l’ultimo esercizio si chiude con un utile netto di 17mila euro e un fatturato di 423 mila euro.

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