Fisichella aspetta la fine il suo dissenso è decisivo

da Roma

Fino all’ultimo è rimasta «l’incognita Fisichella». Solo al momento del voto in Senato, si è sciolta la riserva: il fondatore di An, passato alla Margherita e poi al gruppo misto ha votano no, facendo scattare l’applauso perché Prodi era spacciato. Nella dichiarazione di voto nel pomeriggio, Domenico Fisichella aveva detto: «Farò come gli altri senatori dimissionari, se usciranno dall’aula mi atterrò allo stesso comportamento, altrimenti deciderò». Alla prima «chiama» non ha risposto. Era lì, nell’emiciclo, ma ha fatto segno di no con il dito, riservandosi di decidere. Poi, ha visto gli altri dimissionari, Willer Bordon e Franca Rame, votare sì ed è sceso in campo. Mercoledì aveva annunciato a Prodi il voto contrario. «Il rapporto di fiducia con il governo si è esaurito, senza possibilità di recupero». Stesse parole usate un mese fa, quando per «puro espediente tecnico» aveva dato la fiducia su bilancio e Finanziaria.

Stavolta aveva sconsigliato al premier di andare al Senato e alla Repubblica aveva detto che avrebbe presentato le dimissioni per non partecipare al voto: «questione di stile». La posizione sarebbe maturata dopo un colloquio con Francesco Rutelli. Ma alla fine dichiarava che solo in aula si sarebbe conosciuta la sua posizione. Così è stato.

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